“La Legge di contabilità impone al governo la trasmissione al Parlamento della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza entro il 27 settembre. In quella data qualcuno è salito sui balconi di Palazzo Chigi e in questi giorni abbiamo visto e sentito di tutto; nelle scorse ora una incredibile conferenza stampa nella quale il Primo ministro, i due vice premier e il ministro dell’Economia, annunciavano al Paese che cambiavano i saldi che sarebbero stati approvati nel Consiglio dei Ministri del 27 settembre. E allora la domanda è: qual è la verità? Dove stanno le carte? Di che cosa stiamo parlando?”
Lo dichiara Enrico Borghi durante il suo intervento in Aula.
“La situazione è molto preoccupante e sta assumendo contorni kafkiani. Denunciamo il fatto che il Parlamento è stato esautorato. Inoltre – prosegue Borghi - quale messaggio il governo sta mandando ai cittadini se lui per primo non rispetta le scadenze stabilite per legge?”
“Il Parlamento deve essere messo in condizione di approfondire e discutere con tempi congrui un documento di tale importanza. Perché il continuo cambiamento delle cifre e dei numeri impone un approfondimento adeguato e un confronto parlamentare nel merito. Su questo – conclude Borghi - si gioca molto della credibilità del nostro Paese”.