Deposito incontrollato è acqua fresca.
"Dopo l’apertura dell’indagine su Antonio Di Maio per l'ipotesi di ‘deposito incontrollato di rifiuti’ mi aspetto che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola vorrà accertare se Luigi Di Maio e la madre hanno costituito società che, da un lato hanno beneficiato dei proventi illeciti dell’azienda del padre e marito, e, dall’altro, consentito a quest’ultimo di continuare a operare nel settore edile, sottraendosi al pagamento di oneri previdenziali, fiscali e tributari". Lo dichiara Carmelo Miceli, deputato del Partito democratico, a proposito della notizia su un'indagine a carico di Antonio Di Maio per deposito incontrollato di rifiuti.
"Ove fosse così - continua - il ‘deposito incontrollato di rifiuti’ sarebbe acqua fresca rispetto a reati gravi che risulterebbero sussistenti e che potrebbero andare dalla sottrazione fraudolenta di imposta alla ricettazione, all’omesso pagamento delle ritenute Inps alle dichiarazioni infedeli, per arrivare fino alla intestazione fittizia di azienda".
"Dinanzi a ipotesi così gravi, gli inquirenti sapranno prestare la dovuta attenzione, in particolare, ai tempi di costituzione delle società, all’identità del reale titolare delle aziende, al ruolo assunto, anche di fatto, dal sig. Antonio Di Maio nella gestione di tali aziende ma anche e soprattutto all’esistenza di atti, quali, ad esempio, i verbali di approvazione dei bilanci, che dimostrano una consapevole condivisione di scelte e di modalità di gestione tra Di Maio padre e figlio", conclude.