• 21/01/2019

«Le associazioni che rappresentano le persone con disabilità in tutta Italia sono deluse dal contenuto del decreto sul reddito di cittadinanza, e non si può che essere d’accordo con loro. Abbiamo già denunciato nei giorni scorsi come la commedia di questo governo si sia tradotta in farsa con l’atteso ‘Decretone’ perché, oltre all’esclusione dell’aumento dell’invalidità civile, le persone con disabilità sono escluse dai progetti di inclusione. Di più, non ci sarà alcun fondo dedicato, la disabilità addirittura sarà sostanzialmente ignorata tra i criteri per attribuire il reddito o la pensione di cittadinanza. Lega e M5s negano insomma il fatto che la vita di una persona con disabilità e della sua famiglia sia più onerosa, difficile e complicata, e quanto la disabilità rappresenti spessissimo proprio un fattore di impoverimento delle famiglie. Il governo Conte non muove un dito per migliorare la condizione di queste persone”.

Così Elena Carnevali, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, commenta le dichiarazioni delle associazioni Fand e Anmic a proposito in particolare del mancato aumento delle pensioni di invalidità promesso.

“Tutto ciò - aggiunge la deputata Dem - si svolge di fronte all’incredibile impotenza del ministero della Disabilità che, a questo punto, viene da chiedersi a che cosa serva. La denuncia e lo sconcerto delle associazioni più rappresentative, oltre a smentire il governo sulla propaganda dell’attenzione alle persone con disabilità, dovrebbe servire a mettere in campo tutti gli strumenti utili e i doverosi correttivi. Si ascoltino le richieste delle associazioni e non si calino dall’alto provvedimenti che ledono e mortificano i diritti.   Sono associazioni con cui ci siamo sempre confrontati e che hanno contribuito anche in passato a migliorare i nostri provvedimenti. Escluderle o ignorarle, come si è fatto sinora, è un segno di insensibilità e disattenzione grave. Nell’iter parlamentare chiederò con forza che vengano audite e insieme a loro costruiremo le proposte migliorative. Impegnarsi in questa che è una battaglia di civiltà - conclude Elena Carnevali - è un dovere di tutti».

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