“Il voto all'unanimità del mio emendamento sul sistema sanzionatorio della pesca nelle acque interne conferma l’impegno contro la pesca illegale senza mettere in difficoltà il lavoro dei pescatori”. Lo dichiara Sara Moretto, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive, a proposito de parere favorevole dell’Aula al suo emendamento sulla pesca che, pur con la riformulazione del testo, risponde concretamente a un’emergenza vissuta da alcuni pescatori professionisti e in particolare quelli dell’area metropolitana di Venezia.
“Senza mettere in discussione – spiega - la condivisa condanna del bracconaggio nelle acque interne e senza arretrare nemmeno di un centimetro sulla lotta a tali pratiche, che poi spesso comportano anche la vendita illegale del pescato ritengo che questa modifica dia però possibilità a tante famiglie che ancora vivono grazie alla pesca di poter continuare ad avere una fonte di reddito e di sostentamento. L’emendamento interviene, infatti, sul fronte delle sanzioni amministrative previste in caso di pesca illegale in acque interne e introduce una distinzione tra chi pesca per piacere e chi pesca per vivere, per lavorare. Per questi ultimi la confisca per sempre della barca significa impedire di proseguire l’attività d’impresa, significa condannarli alla chiusura, significa sottrarre uno strumento di reddito. Con questo emendamento restano invariate tutte le sanzioni penali previste per i reati più gravi. La pesca con l’elettricità o con le bombe, l’asciugatura dei corpi idrici ad esempio continueranno ad essere punite con l’arresto e la sospensione della licenza, a conferma che non c’è alcun passo indietro sul contrasto al bracconaggio”.
“L’emendamento invece evita la confisca della barca ai pescatori professionali titolari di licenza, che oggi vivono giorni di angoscia pensando di dover abbandonare il lavoro di una vita e perdere il principale strumento d’impresa nel quale hanno investito. La confisca è comunque prevista in caso di recidiva”, conclude.