“Quest’anno, per la prima volta da 46 anni, la strage di Piazza della Loggia a Brescia non potrà essere commemorata con una manifestazione pubblica in piazza. Ma l’impossibilità di ritrovarsi insieme, dovuta all’immane tragedia dell’epidemia che ha colpito in modo particolare la nostra città, non rende meno importante celebrare la memoria sullo sfregio che Brescia sopportò 46 anni fa. Perchè è vero che la strage di Piazza della Loggia è figlia di un contesto storico che si è esaurito, ma è anche vero che la violenza politica non è sparita, che l’integralismo e il fanatismo sono insidie ancora presenti.” Lo dichiara Alfredo Bazoli, capogruppo dem in commissione Giustizia alla Camera e figlio di una delle vittime dell’attentato fascista di Piazza della Loggia a Brescia.
“Nel 2017 - aggiunge il deputato dem - è arrivata una sentenza definitiva che, per la prima volta, ha condannato gli autori della strage: il capo del movimento neofascista Ordine Nuovo, Carlo Maria Maggi, e l’agente infedele dei servizi Maurizio Tramonte. E’ stata una pietra miliare dal punto di vista giudiziario, ma lo è stata anche da un punto di vista storico, perché ha confermato che la strage di Piazza della Loggia, così come quella di Piazza Fontana di 5 anni prima, maturò in ambienti eversivi neofascisti, nel tentativo di favorire una svolta autoritaria nel paese, e che la verità processuale fu ritardata di oltre 40 anni per il lavorio di apparati deviati dello stato, fedeli a un malinteso senso di appartenenza al patto atlantico più che alla Repubblica.”
“Eppure anche di recente qualcuno - conclude Bazoli - ha evocato a proposito delle stragi fasciste fantomatiche responsabilità di servizi segreti dell’Europa dell’Est, in una mistificazione che piega la storia ad esigenze di propaganda politica che umiliano, insieme alla verità, anche le vittime.
L’Italia, la nostra democrazia hanno invece bisogno di diradare i dubbi e dissipare le nebbie, di spazzare via gli usi politici e strumentali di quella parte della nostra storia. Solo sulla verità e sulla limpidezza si edifica più forte la democrazia. Per questo, anche oggi, ricordare è importante, non solo per noi familiari delle vittime.