Celebrare seriamente la Giornata internazionale dell’ambiente mentre è aperta la riflessione sulle scelte di medio lungo periodo per la ripartenza dell’Italia vuol dire assumere un esplicito impegno ad orientare il modello di crescita sulla sostenibilità e su radicali politiche di riarmonizzazione con l’ambiente. Soprattutto in queste ore non va dimenticato quel grido lanciato da Papa Francesco in una deserta piazza San Pietro il 27 marzo: “Non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato”. Dobbiamo prenderci cura della nostra casa comune se non vogliamo che i cambiamenti climatici e l’erosione delle risorse del pianeta minaccino costantemente la nostra salute e la nostra stessa vita. Ma è anche una battaglia per la giustizia sociale, un’azione forte contro le diseguaglianze e le ingiustizie provocate dallo sfruttamento del territorio, dal ricorso a fonti fossili di energia, dall’inquinamento dell’aria, dall’avvelenamento della terra e dei suoi prodotti. La transizione ad un “modello verde”, pienamente sostenibile, deve perciò fare da pilastro al piano strategico per la ripartenza portando dentro la discussione sia le pratiche positive già introdotte, come l’efficientamento energetico delle case e degli edifici, sia la lotta senza quartiere ad ogni tipo di condono, sia la consapevolezza che la Commissione europea, con il Green New Deal, ha indicato un’opzione precisa a tutti gli Stati dell’Unione.
Così il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio