“Alcune regioni, come la Lombardia, hanno deciso con un’ordinanza di interrompere le visite di familiari e conoscenti alle persone che risiedono nelle Residenze sanitarie per anziani e disabili come misura di prevenzione all’emergenza da Covid 19. Penso che questa scelta non possa essere l’unica strategia di prevenzione. Se è pur vero che oggi queste comunità residenziali dispongono di mezzi, formazione, informazione, strumenti di protezione, linee guida nazionali e regionali, che garantiscono una maggiore sicurezza è altrettanto necessario che vengano ripresi gli screening sierologici a ospiti e operatori, così come l’accesso ai tamponi rapidi”.
Così Elena Carnevali, capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera.
“Il fermo delle visite dei parenti - aggiunge la deputata dem - ritenuto necessario a impedire la possibilità di accesso del virus da fonte esterna, incide sulla condizione di benessere psicofisico delle persone ospiti delle RSA e RSD ed è vissuto come deprivazione affettiva, che trova conforto nella continuità assistenziale delle persone che vi lavorano. La gestione e organizzazione di queste comunità, già segnate anche da una crisi economica, è senza dubbio molto complessa, dovuta alla presenza di persone particolarmente fragili, spesso con pluri-patologie e con disturbi cognitivi e comportamentali. La ripresa dello screening utile per un quadro epidemiologico e l’accesso ai tamponi rapidi che garantiscono una più celere capacità di tracciare gli asintomatici e non - conclude Elena Carnevali - assicurerebbe una migliore gestione degli ospiti e una maggiore serenità per chi ci vive o vi lavora”.