“Stiamo vivendo un momento difficile della nostra vita nazionale. Le scelte di queste ore rischiano di alimentare tensioni, paure e reazioni. Credo che chi ha responsabilità pubbliche debba avere la lucidità di capire come guidare il Paese in questo frangente difficile. E, personalmente, rinvengo nella lettura della Storia qualche chiave per l’oggi.
Il 17 febbraio 1977, il segretario della Cgil Luciano Lama venne pesantemente contestato all’Università “La Sapienza” di Roma dagli autonomi che a colpi di spranghe, molotov e bulloni gli impedirono di parlare. Commentando quel fatto, ad una domanda su cosa servisse al Paese per uscire dal quel frangente drammatico (costellato in quei giorni dal terrorismo rosso e nero), Lama fu lapidario: Serve coesione!. Non si lasciò andare né all’isteria emotiva né al fallo di reazione, ma analizzò a fondo quanto accadeva e individuò nella coesione del Paese, delle sue forze sociali e politiche, la risposta alla grave situazione.
A me pare che, fatte le debite differenze, sia quella una lezione che serve anche per l’oggi. Serve coesione. Serve capacità di costruire tessuto connettivo. Serve abbandonare la “politique politicienne”, e capire che nei momenti di grave difficoltà ognuno deve avere un senso di responsabilità repubblicana.
A me pare che le due interviste di oggi di Marco Minniti su “Repubblica” e di Graziano Delrio su “La Stampa” abbiano perfettamente colto nel segno, e dimostrano che il Pd - vorrei dire, ancora una volta - si dimostra l’architrave di un sistema politico e istituzionale che rischia di essere pesantemente sfibrato dai colpi di maglio di una grave crisi economica e sociale. Inutile girarci attorno: stiamo vivendo la più grave crisi produttiva della storia della Repubblica. Siamo dentro un crollo di Pil che si è registrato in Italia solo nel periodo delle due guerre mondiali. E quindi le proteste di queste ore, e quelle che ci saranno, devono essere comprese, analizzate e risolte dentro questa cornice. Serve coesione, allora. Se su questi temi (come su altri di particolare delicatezza, penso per le mie terre al tema delicatissimo dell’emergenza e della ricostruzione post-alluvionale) introduciamo tra le forze politiche un livello di dibattito fazioso, tra guelfi e ghibellini, anziché cercare di ritrovare un minimo comune denominatore, il rischio paventato oggi da Delrio circa il fatto che i miti possano non credere più nelle istituzioni democratiche rischia di diventare concreto. Con tutte le conseguenze del caso. Coesione, dunque. Come ha ricordato oggi anche Minniti. Che non è confusione di ruoli, pasticci o ammuina. Ma che è reciproca assunzione di responsabilità. Credo che si debba iniziare dal Parlamento, fin dalle prossime ore, ad esercitare uno sforzo di reciproco ascolto, di capacità di confronto che vada oltre gli atteggiamenti di maniera, di interlocuzione reale nella consapevolezza che ciascuno di noi-maggioranza e opposizione, Stato e Regioni, sindacati ed enti locali- ha il mano un pezzo di futuro del Paese e la responsabilità di non gettarlo al vento”.
Lo scrive in un post su Facebook Enrico Borghi, della Presidenze del Gruppo Pd alla Camera.