“Sono già in corso le interlocuzioni per definire il nuovo Dpcm che conterrà un aggiornamento delle regole e indicazioni per la gestione dell'emergenza sanitaria, anche alla luce delle imminenti festività. Ritengo sia assolutamente necessario, laddove la mobilità è limitata che si dia mandato alle Regioni di definire delle zone omogenee il cui dimensionamento sia valutato in base alla popolazione residente e che, dunque, possano raggruppare al loro interno più comuni. In tal senso, si potrebbe assumere come base di riferimento una popolazione tra i 70 mila e i 100 mila abitanti (in base alle caratteristiche geografiche e del territorio) e, in ragione di questa unità, costruire zone che non penalizzino i cittadini dei comuni più piccoli”.
Lo dichiara il deputato del Pd Umberto Buratti.
“È del tutto evidente, infatti, che abbia un impatto molto diverso per la cittadinanza la chiusura di piccoli comuni rispetto a quelli delle grandi città. In queste ultime, infatti, i cittadini possono trovare facilmente il necessario e accedere a ogni bene e servizio. Mentre in quelli più piccoli, l'accesso a tali beni e servizi, molto spesso essenziali, è limitato se non impossibile, e richiede di spostarsi. Si tratta di servizi indispensabili per la vita quotidiana per i quali, in tempi normali, il cittadino si recherebbe in comuni limitrofi o poco distanti”.
“Vanno tutelati - prosegue Buratti - tutti i cittadini a prescindere dal comune di residenza, consentendo loro di poter accedere a beni e servizi al pari dei cittadini che vivono in centri urbani di grandi o medie dimensioni. Il lockdown sta rendendo insostenibile il modello del piccolo Comune. Mi auguro che il governo capisca l'urgenza di intervenire in questa direzione perché non ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Sono certo che, con lungimiranza e buona volontà, si troverà una soluzione per tutelare i cittadini dei piccoli comuni penalizzati da lockdown regionali”.