“Questa mattina abbiamo superato il segno. Abbiamo ascoltato parole forti che riteniamo inaccettabili, con minacce e accuse gravi rivolte al ministro dell’Economia. Un vero e proprio terrorismo psicologico e un allarmismo ingiustificato. Invitiamo l’esponente della Lega, Claudio Borghi, a scusarsi delle sue affermazioni e riportiamo il dibattito al merito e al contenuto concreto. Oggi stiamo semplicemente discutendo della riforma di un trattato, il Mes, che è attualmente già in vigore. Chi si dichiara contrario in via pregiudiziale e ideologica alla sua riforma migliorativa tecnica e procedurale sta affermando che preferisce tenerlo così com’è ora. Parliamo di uno strumento che è stato creato tra il 2011 e il 2012, negoziato dagli stessi esponenti che oggi sono qui a fare gli smemorati e che rivolgono accuse a chi sta modificando un trattato approvato da un esecutivo di centrodestra che vedeva tra i banchi del governo Umberto Bossi, Giorgia Meloni, Ignazio Larussa. Peraltro, questa trattativa per migliorare alcuni aspetti del Mes si è avviata nel 2018, quando il vicepremier era Matteo Salvini, alla guida di un governo che non ha mai detto No al trattato, ma che aveva sostenuto la tesi, da noi condivisa e sostenuta, di inserire questa riforma in quella più complessiva di avanzamento dell’unione economica e monetaria. Un percorso di avanzamento che oggi Gualtieri ci ha assicurato che sta proseguendo”.
Così Piero De Luca, capogruppo Dem in commissione Politiche europee alla Camera, a margine dell’audizione del ministro Gualtieri.