“Perché la vaccinazione in Abruzzo è così lenta? Quali sono stati i criteri per l’assegnazione dei vaccini decisi e condivisi da ministero, Arcuri e Regione? Credo che oltre al grave ritardo organizzativo giustamente denunciato dai consiglieri di centrosinistra in Regione, si debba capire perché ne abbiamo avuti meno che altre regioni. C’è qualche criterio che ci penalizza? Se guardiamo ai numeri dei vaccini in Abruzzo, di questo passo ci vorranno anni per aspirare ad essere vaccinati e sinceramente non comprendiamo il perché”.
Lo dichiara Stefania Pezzopane, capogruppo Pd in commissione Ambiente, annunciando un’interrogazione al Ministro Speranza e una lettera indirizzata ad Arcuri e al presidente della regione Abruzzo Marsilio.
“Sono consapevole - prosegue l’esponente dem - dello sforzo che stanno facendo medici e personale sanitario, e approfitto per ringraziarli, ma il report del Ministero della salute aggiornato a ieri diceva che in Abruzzo era stato somministrato il 69,2 delle dosi ricevute. Sono solo 20.000 le persone vaccinate su 1.300.000 residenti in regione. Di questo passo arriviamo al 2024, mentre se tenessimo il passo che si sta tenendo in altre regioni basterebbero pochi mesi per arrivare all’estate con il 70% di cittadini abruzzesi vaccinati. C’è un problema generale di rifornimenti, che mette in luce la drammaticità di un Paese con industrie farmaceutiche di primo livello, multinazionali prestigiose nel campo del farmaco ma che non ha un polo vaccinale nazionale e quindi non ha ancora nessun principio di autonomia. Spingerò perché si vada nella direzione della autosufficienza anche dentro le strategie del Recovery fund, puntando anche a un coinvolgimento delle aziende che nel territorio abruzzese ed in particolare nel comprensorio aquilano costituiscono un polo chimico farmaceutico prestigioso, con la presenza di importanti facoltà universitarie. Questo è un pezzo del nostro futuro”.
“Nell’immediato - conclude Pezzopane - chiedo spiegazioni al ministero, ad Arcuri e alla Regione sulla distribuzione dei vaccini e mi domando se la Regione non abbia accettato parametri e standard di distribuzione che ci penalizzano. In tal caso bisogna rivedere immediatamente le attribuzioni e consentire di avere più vaccini per gli Abruzzesi. La regione ovviamente deve meglio organizzarsi con un piano vaccinale chiaro e definito, utilizzando medici di famiglia, specializzandi, volontari e tutte le figure previste dai protocolli nazionali”.