“Dichiarazioni del tipo ‘difendiamo la legittimità dell’ergastolo ostativo modificando la Costituzione’ non aiutano a risolvere la delicata questione posta al Parlamento dalla Corte Costituzionale ma, anzi, rischiano di trasformarla in un pericoloso festival del qualunquismo”.
Lo dichiara il deputato Pd Carmelo Miceli, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia.
“Pensare di risolvere le criticità evidenziate dalla Corte con una modifica degli articoli 3 e 27 della Carta Costituzionale - prosegue l’esponente dem - significa prospettare uno scenario nel quale, dinanzi alla mancata conformità di una norma ordinaria al dettato e ai principi della Costituzione, il legislatore dovrebbe intervenire per rimuovere tale difformità modificando la Costituzione e non la norma ad essa subordinata, ovverosia dando luogo ad una tanto inammissibile quanto pericolosa sovversione del principio dell’obbligatorietà della gerarchia delle fonti. Niente di più aberrante”.
“Se davvero vogliamo dare una risposta unitaria e corale al problema, cosa che anch’io auspico - conclude Miceli - lo si faccia facendo lo sforzo di capire che ciascuno deve cominciare con l’adeguare le proprie dichiarazioni alla dignità delle questioni giuridiche sottese al dibattito, astenendosi dal proporre, per demagogia spicciola, soluzioni palesemente impraticabili”.