Serve strumento normativo per un Centro di coordinamento nazionale
“Noi dobbiamo sfruttare questa pandemia per acquisire una consapevolezza: che nulla sarà più come prima e che dobbiamo fare tutti insieme un salto in avanti per difendere il nostro modo di vita e i nostri valori fondanti, perchè oggi tutto questo è sotto attacco”.
Così Erico Borghi , responsabile delle Politiche della sicurezza della direzione nazionale del Pd e membro del Copasir, nel corso di una trasmissione di Radio Immagina dedicata a tema della Cybersecurity.
“Il cyber – ha precisato Borghi- è un'altra faccia delle politiche di difesa. Discutere oggi di come noi apriamo uno scudo che mette in protezione imprese, pubblica amministrazione, centri di ricerca, banche dati, significa esattamente avere la consapevolezza di questa situazione.” Per l'esponente del Partito Democratico “in questo decennio digitale in cui siamo entrati con la pandemia non siamo soli: c'è una strategia importante dell'Ue che è la scala giusta per poter affrontare questa complessità tecnologica” Per Borghi “ci saranno tre grandi soggetti che giocheranno la partita nei prossimi anni: la Cina, l'America e l'Europa, sempre se l'Europa vuole essere protagonista. Per noi – ha aggiunto- è importante stare dentro a questo percorso, cosi come è importante che ci siamo dotati di una legge sulla cybersicurezza nel 2019, ma è solo un primo passo, non un traguardo. Una legge – ha ricordato l'esponente del Pd - che ha stabilito il perimetro di sicurezza nazionale, una legge che ha introdotto la cosiddetta “golden power” per consentire allo Stato di intervenire laddove ci sono situazioni critiche in questo settore.” Ma per Borghi “dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti. Sappiamo che l'Europa ha deciso di creare un centro di competenza a livello centrale in questa direzione e noi dovremmo creare il nostro centro di coordinamento nazionale. Il Pd dice che in questo contesto, in piena consonanza con il lavoro del sottosegretario Gabrielli, occorre varare rapidamente uno strumento normativo per assicurare all'Italia di avere il centro di coordinamento nazionale sulla cybersecurity, un luogo nel quale queste attività vengano fatte in maniera sistematica, continuativa e pianificata. In secondo luogo, ci deve essere un soggetto, e per noi democratici deve essere di natura pubblica, proprio perchè deve introdurre un elemento di garanzia e di rafforzamento del sistema dei diritti, per coordinare molte realtà che lavorano in questo ambito , con il coinvolgimento delle imprese , dei centri di ricerca, delle Università, della società civile.” Per Borghi “qui si sta scrivendo l'impianto che governerà i prossimi anni la sicurezza cibernetica. E per fare tutto ciò, ha concluso l'esponente del pd, ora abbiamo le risorse, nell'ambito sia del Pnrr e sia dei fondi statali . I soldi ci sono, il punto è come spenderli al meglio. Il Pd sarà un soggetto attivo per affiancare il governo al fine di individuare e varare quando prima il centro di coordinamento nazionale in campo di cybersecurity.”