“Le immagini raccolte dalle telecamere del carcere di Santa Maria Capua Vetere lasciano sgomenti. Condivido le parole della ministra Cartabia. Le violenze e le umiliazioni rivelate smentiscono in maniera drammatica la ricostruzione che venne trasmessa al Ministero: non si trattò affatto di una ‘doverosa azione di ripristino di legalità’. In quelle violenze si è consumato un tradimento della Costituzione e dello Stato di diritto; e le omertà e i tentativi di depistaggio, che successivamente parrebbero essere stati messi in atto, le rendono ancora più gravi e inquietanti. Da quelle immagini e dalle violenze che esse descrivono, accanto alla necessità di fare chiarezza su chi le praticò, chi le dispose e chi le coprì, emerge l’urgenza di attuare e potenziare alcuni investimenti disposti nelle ultime leggi di bilancio: dalla riqualificazione e ammodernamento degli edifici, alla predisposizione di un efficace e diffuso sistema di videosorveglianza, ai programmi di formazione, all’assunzione di personale. Vanno inoltre confermate e rafforzate le misure sperimentate durante la pandemia per ridurre il sovraffollamento. Ma soprattutto, insieme alla riforma del processo penale e dell’ordinamento giudiziario, è tempo di riaprire una riflessione politica e culturale sull’intero nostro sistema dell’esecuzione penale, riprendendo in mano quell’ambizioso progetto avviato durante la scorsa legislatura con l’istituzione degli Stati generali. Perché ne va della credibilità e della autorevolezza delle nostre istituzioni, e perché dare piena ed effettiva attuazione alla finalità rieducativa della pena, come espressamente prevede la Costituzione, si traduce in un beneficio non solo per condannato, ma per l’intera collettività”.
Così il deputato dem, Andrea Giorgis, intervenendo in Aula sull’informativa urgente della ministra Cartabia sui gravi fatti occorsi nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.