Su un tema delicato come il fine vita l'Aula è chiamata a una prova di maturità, che richiede senso di responsabilità, volontà e capacità di dialogo e anche toni appropriati, lontani anni luce dalle grottesche semplificazioni che il dominio dei social troppo spesso impone al dibattito pubblico, ma distanti anche da scontri di cattivo sapore ideologico. Per questo ho molto apprezzato i toni e i contenuti usati dai relatori Alfredo Bazoli e Nicola Provenza, che in questi mesi hanno lavorato con intelligenza e pazienza per trovare un punto di incontro e di sintesi tra le forze politiche. Credo che si possa dire che questo testo si avvicini alla lettera e allo spirito della sentenza dell'ordinanza della Corte costituzionale, che ha chiesto al Parlamento di compiere il proprio dovere. Siamo quindi chiamati a dare una risposta al Paese, dopo troppo anni di vacanza e di supplenza esercitata o da organi giudiziari o dai richiami della Consulta. Non possiamo fallire proprio per la delicatezza del tema, proprio per difendere il diritto costituzionale delle persone a decidere di vivere con dignità la propria vita, il diritto di decidere di sé stessi fino all'ultimo atto della propria esistenza. Il Parlamento non può sfuggire alle proprie responsabilità, lo dobbiamo innanzitutto ai tanti cittadini che soffrono e ai loro familiari che soffrono insieme a loro. L'appello a tutti noi è che questo confronto sia alto e serio davanti al Paese e rappresenti davvero un Parlamento pienamente all'altezza dei suoi compiti e dei suoi doveri.
Lo dichiara il deputato del Pd Walter Verini, componente della commissione Giustizia, intervenendo in Aula.