Fine Vita: Simiani, legge Toscana tutela diritti, da destra solo cultura odio e incapacità
Dichiarazione di Marco Simiani, deputato Pd
Dichiarazione di Marco Simiani, deputato Pd
"Con l'approvazione della legge sul fine vita, la Toscana si conferma terra di civiltà e diritti. Davanti a una maggioranza e a un governo silenti che non raccolgono nemmeno le indicazioni della Corte costituzionale, ci debbono pensare le Regioni a dare seguito ad un principio sacrosanto: quello di poter smettere di vivere quando le sofferenze sono insopportabili e non c'è più alcuna speranza. La Toscana fu la prima al mondo, quasi 240 anni fa, ad abolire la pena di morte, a Empoli fu istituito il primo registro delle unioni civili, con molti anni di anticipo rispetto alla legge nazionale.
"Oggi è un bel giorno per i diritti. La Toscana è infatti la prima regione italiana a riconoscerne uno fondamentale: quello di essere liberi fino alla fine. Dopo anni di silenzi, rinvii e ipocrisie a livello nazionale, la Regione Toscana ha deciso di ascoltare chi soffre e di dare risposte a chi chiede solo dignità. Il suicidio medicalmente assistito è già stato riconosciuto dalla Corte Costituzionale, ma in Italia è rimasto ostaggio di una politica che ha preferito voltarsi dall’altra parte. Ora una legge c’è.
Il ricorso del Governo contro l'Emilia-Romagna sul fine vita è inaccettabile. L'esecutivo sceglie la strada sbagliata del conflitto istituzionale e, invece di agire per definire una normativa nazionale, attacca chi prova a coprire, almeno in parte, un vuoto normativo evidente.
Lo ha scritto su X Andrea De Maria, deputato Pd.
“L’impugnazione da parte del governo delle delibere di Giunta con cui l’Emilia-Romagna ha dato applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale sul fine vita dimostra tutta la furia ideologica di questa destra contro i diritti delle persone.
Non solo non ascoltano il grido di dolore di tante persone e famiglie che chiedono libertà e dignità fino alla fine, ma si scagliano anche contro le precise indicazioni della Consulta” così su X il deputato democratico, Alessandro Zan.
“L’Italia è in drammatico ritardo anche sul fine vita, un ritardo che pesa sul dolore, sulla dignità e sulla libertà di tante persone e famiglie. Il caso di Sibilla Barbieri, che con estrema forza e dignità ha lanciato l’ennesima denuncia alla politica e alle istituzioni che esitano o addirittura si rifiutano di legiferare in materia, mostra chiaramente che questa è una battaglia di civiltà non può più essere rimandata.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
In questi giorni in Provincia di Treviso, una donna di nome Gloria, malata oncologica da diversi mesi, ha scelto di procedere con il suicidio assistito.
"Le parole del Cardinale Zuppi, Presidente della Cei, sul fine vita sono di grande valore. Nel rispetto della dottrina della Chiesa sono parole di umanità, che colgono anche la drammaticità e complessità del tema. Lo ha ricordato anche il Sindaco di Bologna Lepore. La prossima legislatura deve essere quella in cui sia approvata una legge che finalmente fissi un riferimento certo, moderno e attento ai diritti civili, come ci chiedono tanti cittadini, per loro e per i loro cari".
Così Andrea De Maria, deputato Pd e Segretario di Presidenza della Camera.
"Un pensiero ad Antonio La Forgia. Un amico e un compagno che è stato per me un incontro fondamentale. Nel mio percorso politico e di vita.
E l'impegno a raccogliere il suo ultimo messaggio alto e forte, portando a termine l'iter parlamentare della legge sul fine vita approvata alla Camera".
Lo ha scritto su Facebook Andrea De Maria, deputato Pd e Segretario d'Aula della Camera dei Deputati.
“Il Parlamento ha risposto con un lavoro paziente di ascolto alla sollecitazione che da anni dalla Corte Costituzionale avanza. Abbiamo approvato una legge che risponde all’esigenza di conciliare due diritti riconosciuti nella nostra Costituzione: il diritto alla vita e il diritto alla libertà e all’autodeterminazione, tutelando le persone più fragili e vulnerabili. La facoltà di accedere alla morte assistita in condizioni ben specifiche e definite non è il diritto all’eutanasia.