Da troppo tempo l’Italia soffre di un sovraffollamento delle carceri, che ha ormai abbondantemente superato il tasso del 110% e vede dietro le sbarre non solo autori di reati gravi, ma anche responsabili di piccoli crimini, quasi sempre provenienti da situazioni di difficoltà e marginalità, molto spesso con storie di tossicodipendenze, di migrazioni o di vita di strada alle spalle. All’emergenza del sovraffollamento rispetto al quale il governo è assente non pare intenzionato a calibrare in modo più opportuno lo spettro delle pene, si aggiunge il dramma dei suicidi in carcere, che nel 2022 ha raggiunto il terribile record di 84 detenuti che si sono tolti la vita, il numero più alto dal 1990, anno in cui è iniziata la raccolta dei dati.
Se le autorità italiane non vogliono ascoltare gli inviti dell’opposizione del Partito democratico, speriamo almeno che il governo segua le indicazioni del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, che questa settimana ha esaminato le azioni messe in campo dall'Italia e chiede di migliorare le misure preposte a prevenire il più possibile questi suicidi e assicurare una capacità sufficiente delle carceri e delle residenze alternative per i detenuti che soffrono di disturbi psichici.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.