“Ieri, nella sezione femminile del carcere di Torino, una donna si è lasciata morire di fame e di sete e un’altra si è impiccata nella propria cella. Giunge ora la notizia di un altro detenuto che si sarebbe ucciso nel carcere di Rossano, in Calabria. Sono oltre 40 le detenute e i detenuti che si sono tolti la vita in carcere dall’inizio di quest’anno. È un dato che rinnega il valore del dettato costituzionale e in particolare dell’articolo 27 della Carta. La condizione della popolazione detenuta è spaventosa, e assai difficile quella di chi nelle carceri lavora. Ma al governo Meloni e al ministro Nordio, al di là delle visite di circostanza, tutto questo non interessa. Anzi, la loro logica è ‘tutti in galera e buttiamo la chiave’. Da quando si sono insediati, di fronte a qualunque fenomeno sociale problematico la risposta è stata sempre la stessa: istituire nuovi reati e aumentare le pene di quelli già esistenti. Alla faccia del garantismo”.
Lo dichiara Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e Presidente del Comitato Permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo.
“Nella legge di bilancio - aggiunge - hanno bocciato gli emendamenti del Pd per rimediare ai tagli fatti alle risorse destinate al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al Fondo per l’Edilizia e l’Architettura carceraria. Nordio ha perfino bocciato la proposta del Pd di erogare incentivi per psichiatri, psicologi e personale sanitario che opera nelle carceri. Servirebbe una svolta per ridurre il sovraffollamento attraverso misure alternative alla detenzione, per aumentare il personale negli istituti di pena e soprattutto gli educatori, che sono figure centrali per il processo di recupero dei detenuti e per consentire loro di godere dei benefici previsti per legge. Una richiesta fatta dalla gran parte di chi è privato della libertà è la possibilità di lavorare in carcere o fuori, ma anche in questo caso ci sono poche possibilità. Una svolta così però - conclude - questo governo non è in grado di farla, perché è esso stesso prigioniero di un’ideologia autoritaria e giustizialista”.