"Sessanta raid su Rafah in appena due giorni, l'ultimo poche ore fa. I tank dell'esercito israeliano sono arrivati al centro della città dove si erano rifugiate un milione e mezzo di persone scappate dal resto della Striscia, ormai distrutta, e da dove nelle ultime tre settimane un milione di loro sono state costrette a scappare di nuovo, senza avere un posto sicuro perché a Gaza non c'è un posto sicuro.
Davanti all'indignazione globale dopo il bombardamento della tendopoli durante il quale 45 persone, donne e bambini, sono morte bruciate vive, Netanyahu ha parlato di "tragico errore": ma quale tragico errore? E' un attacco deliberato. A Rafah da due settimane è in corso l'offensiva nonostante tutti gli alleati avessero chiesto di non farlo perché avrebbe provocato una carneficina. Ora Gaza è "un inferno in terra", come l'ha definita l'Unrwa. Netanyahu e il suo governo continuano a macchiarsi di crimini di guerra, a mietere vittime innocenti e non si sta facendo abbastanza per fermarli. Il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato che Hamas "usa Rafah per creare ulteriori problemi attirando Israele dentro una trappola mediatica". Ma quale trappola mediatica, ministro? La trappola, quella vera, è quella in cui è rinchiusa la popolazione palestinese che da Gaza non può neanche uscire se volesse trovare rifugio altrove. La Striscia è sigillata e impermeabile perfino agli aiuti, ancora una volta bloccati fuori dal valico di Rafah dall'esercito israeliano.
Cos'altro deve succedere? Qual è la linea rossa che non può essere superata e oltre la quale potremo vedere una qualche azione che punti davvero a fermare Netanyahu?
Gli Usa e l’Ue lo costringano al cessate il fuoco immediato: le opzioni per farlo ci sono, a partire dalle sanzioni, dallo stop alla vendita di armi, dalla sospensione degli accordi commerciali e dell'accordo di associazione Ue-Israele. Questo immobilismo è insopportabile e genera rabbia e sdegno nell’opinione pubblica di tutto il mondo. A partire da giovani che nelle università di tanti Paesi protestano pacificamente contro questa colpevole indifferenza. Lo dico al governo italiano: ignavia, cinismo e opportunismo non sono più ammissibili. Il tempo è scaduto". Lo ha dichiarato intervenendo oggi in aula Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.