Trasporti

Dl Infrastrutture: ennesimo minestrone, nulla su trasporto pubblico e siccità

31/07/2024

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Nessuna stretta su compagnie aeree e società aeroportuali, nulla su taxi e Ncc

Il decreto-legge n. 89 del 29 giugno 2024 reca una serie di disposizioni in materia di infrastrutture e di investimenti di interesse strategico, nonché per garantire l’efficienza del procedimento penale e tutelare gli investimenti delle associazioni e delle società sportive.

Un altro decreto-legge “omnibus”, l’ennesimo, dall’inizio della legislatura. Un provvedimento “minestrone”, con sei distinte finalità che avrebbero potuto formare oggetto di diversi provvedimenti e che, peraltro, coinvolgono la competenza di tre diversi ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della giustizia e il Ministro per lo sport e i giovani.

Abbiamo presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità, purtroppo respinta, perché riteniamo che il provvedimento non abbia i requisiti essenziali di necessità e urgenza che giustifichino il ricorso allo strumento normativo del decreto-legge.

Diversi i punti di critica nel merito.

Sulle concessioni autostradali, con riferimento a quelle che sono in scadenza quest’anno, si è tentato con alcuni emendamenti, di tutelare gli utenti, ad esempio proponendo che il recupero dei finanziamenti delle opere per i concessionari avvenga non in un periodo ristretto, ma per la durata media di vita dell’opera, consentendo così di avere un impatto minore sui pedaggi pagati da chi percorre queste strade. O, ancora, si è chiesto l’esonero dal pagamento delle tariffe di pedaggio per i transiti sulle tratte autostradali della Liguria, considerando lo stato di disagio e i disservizi a causa dei tanti cantieri aperti, anche qui, per tutelare gli utenti.

Respinti anche gli emendamenti concernenti la Tirrenica per il Lazio e la Toscana. In barba ad ogni principio di trasparenza e di democrazia, ma anche di buon senso e di logica, come denunciato anche dal WWF, sono previste nuove deroghe e procedure per avanzare e procedere per portare avanti lo scandaloso ponte sullo Stretto, uno dei punti più gravi del provvedimento

Anche sul piano di razionalizzazione dei compiti dei commissari straordinari sono state avanzate dal PD una serie di osservazioni, si rischia altrimenti di ignorare i presidi di trasparenza, controllo e il coinvolgimento dei territori, ad esempio, sul fronte del coordinamento delle attività dei commissari, come proposto dall’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC).

Profondamente sbagliato anche quanto deciso a proposito del Piano Mattei. Si prevede, infatti, la destinazione di parte delle risorse del Fondo italiano per il clima al Piano Mattei, senza trasparenza, senza criteri chiari, senza poter verificare che queste risorse vengano utilizzate per le finalità dello stesso Fondo. E a tale riguardo, ancora una volta, sono stati bocciati gli emendamenti che chiedevano una valutazione ex ante degli impatti climatici degli investimenti nel Piano Mattei

Per non parlare del “marchettificio” di questo provvedimento, sono state inserite un gran numero di disposizioni a favore di alcuni territori vicini alla destra.

In conclusione, con questo decreto-legge il governo ha perso l’occasione per intervenire su due emergenze che tengono col fiato sospeso milioni di italiani: i trasporti e la siccità in Sicilia.

Invece, in quest’estate nerissima proprio per il trasporto pubblico, nel testo non abbiamo trovato un solo rigo: nessuna stretta su compagnie aeree e società aeroportuali, nulla su taxi e Ncc, niente riguardo le società partecipate Fs e Rfi o su Ita, società che addirittura da un anno è senza amministratore delegato.

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