• 02/10/2025

“Anche oggi spicca l’assenza in Parlamento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per una discussione che arriva in grave ritardo di fronte alla più grande tragedia del nostro secolo. Mentre a Gaza continua un assedio disumano che brucia vite, speranze e futuro, Meloni, dopo mesi di complice silenzio, trova solo il tempo di fare dichiarazioni irresponsabili sulla pelle dei volontari della Global Flotilla. Una missione umanitaria, pacifica, disarmata, nella legalità internazionale, illegittimamente fermata dall'esercito israeliano, alla quale rivolgiamo il nostro abbraccio colmo di gratitudine. Anche quando la Commissione Ue, dopo mesi di immobilismo, ha presentato una proposta seppur parziale di sanzioni ad Israele, il governo italiano si è sottratto a questa assunzione di responsabilità. Nonostante l'Onu, attraverso una commissione d'inchiesta, abbia riconosciuto che a Gaza è in corso un genocidio”.

Così la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, intervenendo in Aula in occasione delle comunicazioni del ministro Tajani su Gaza, in cui ha toccato anche il tema del blocco degli aiuti umanitari.

“Da settimane le associazioni italiane, tra cui Music for peace, - ha aggiunto - denunciano il blocco degli aiuti umanitari nel canale di terra. Il governo ha detto in quest’aula che bastavano poche ore per sbloccarli, invece è ancora tutto fermo. Il ministro Tajani mi ha risposto che 'è incontrovertibile che si sono mossi', ma io osservo che è incontrovertibile che gli aiuti portati da Music for Peace sono ancora lì bloccati. Il governo passi dalle parole ai fatti e si impegni a garantire la consegna diretta e integrale degli aiuti alle organizzazioni palestinesi riconosciute. Solo le mobilitazioni cresciute nelle ultime settimane hanno portato ad una reazione forte e a definire che la misura è ormai colma. Noi pensiamo che non sia più rinviabile che anche l'Italia riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina, scelta che hanno compiuto già oltre 150 Paesi del mondo. Mentre Meloni, a differenza di Francia, Spagna, Gran Bretagna, ha condizionato in modo tale il Sì da renderlo solo una prospettiva irrealistica. Adesso si è aperto uno spiraglio di pace - ha concluso - abbiamo la consapevolezza dei suoi limiti, ma dobbiamo compiere ogni tentativo perché si arrivi ad un accordo che blocchi la carneficina dei palestinesi”.