Economia
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NOI PRONTI A DARE CONTRIBUTO MA SERVE AGIRE SUBITO
Il Pnrr è l’opportunità più grande, irripetibile che abbiamo costruito in Europa. L’abbiamo ottenuto in uno dei momenti più difficili della storia recente, all’indomani della pandemia, lo abbiamo ottenuto per ricostruire un paese stremato. Per questo non possiamo permettere a nessuno di farci perdere quest’opportunità: costruire l’Italia dei prossimi decenni, e di farlo rimuovendo diseguaglianze e promovendo sostenibilità, buona occupazione e buona impresa.
Alla luce delle evidenti difficoltà e incapacità del governo siamo pronti a dare un contributo ma cambiando schema di gioco: coinvolgere comunità, enti locali, attori economici e sociali e farlo in trasparenza, farlo da subito. Sanità, servizi, pubblica amministrazione, le priorità su cui il Partito Democratico continuerà a concentrare il lavoro politico in Parlamento e nel paese.
Il Pnrr non è solo uno strumento economico, è il simbolo politico di un nuovo modello di integrazione europea. È patrimonio dell’intero Paese, non è nella disponibilità di un singolo governo o di una forza politica.
Il governo ha il dovere di attuare questo piano, non di bloccarlo. Ma finora abbiamo visto solo caos e approssimazione.
Il decreto n.13 del 2023 contiene disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale complementare al PNRR (PNC).
Obiettivi dichiarati del decreto sono la revisione del sistema della governance del PNRR e il rafforzamento della capacità amministrativa dei soggetti chiamati ad attuare gli interventi previsti dal Piano, allo scopo di sostenere l’accelerazione e la semplificazione dell’attuazione degli interventi PNRR e delle relative procedure, estendendole anche all’attuazione delle Politiche di coesione (fondi SIE 2021-2027), della Politica Agricola Comune (PAC) e delle politiche giovanili.
In realtà, le misure contenute in questo provvedimento costituiscono dei semplici rattoppi rispetto ai ritardi nel centrare gli obiettivi del PNRR e al conseguente rischio di perdere le risorse europee, sprecando così l’occasione irripetibile di riportare l’Italia sulla strada della crescita e di realizzare le grandi trasformazioni in campo ambientale e digitale di cui abbiamo assoluto bisogno.
Preoccupa quindi che il governo, quando non è impegnato a piantare bandierine ideologiche e a sollevare polemiche utili solo a coprire l’inerzia e l’inadeguatezza che lo contraddistinguono, vara decreti come questo: modificare la governance del PNRR accentrando ulteriormente i poteri nelle mani di Palazzo Chigi non significa offrire una concreta soluzione alle criticità sollevate da Bruxelles e non serve a rispondere alle osservazioni della Corte dei conti, che ha recentemente sottolineato la “scarsa capacità di programmazione” che ha condotto fin qui a spendere solo il 6% dei fondi del PNRR, con metà delle misure previste ferma al palo.
Come ha sottolineato la Segretaria del Pd Elly Schlein intervenendo in Aula “è diventato più chiaro che mai, più nitido a chi lo voglia vedere, l'enorme difficoltà che ha questo governo, con la sua maggioranza, a fare le cose che servono realmente al Paese”.