Istituzioni
800 MILIONI BUTTATI VIA
I deputati del Partito democratico hanno svelato il bluff che sta dietro all’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti.
Il 20 maggio sarebbe dovuto entrare in funzione il centro a Gjader ma il blitz di una delegazione di deputati Pd ha svelato che sui 70mila ettari quadrati destinati al centro non c’è nulla. Non è nemmeno un cantiere.
I 650 milioni previsti all’inizio sono già diventati 800 milioni, e chissà quanto ancora cresceranno.
Risorse preziose sprecate per uno spot elettorale voluto da Meloni e da questa maggioranza di destra. Soldi che avrebbero dovuto essere impegnati per la sanità pubblica e per il welfare.
Fin da subito abbiamo denunciato l’assurdità di questo accordo, il rischio altissimo di violazione dei diritti umani, dell’incostituzionalità di tenere rinchiuse persone che non hanno commesso nessun reato in centri di detenzione per di più in un altro Paese.
In Aula, abbiamo denunciato più volte gli aspetti problematici e di illegittimità del Protocollo e delle disposizioni applicative, a partire dalle irragionevoli discriminazioni di trattamento che si produrranno in applicazione di questo accordo tra gli stranieri che giungeranno in Italia e quelli che in base al Protocollo saranno trasportati nei centri albanesi, con riferimento al sistema di accoglienza in generale, e rispetto all’applicazione di alcune garanzie fondamentali riconosciute dalle direttive europee e che troveranno applicazione esclusivamente con riferimento agli stranieri che presenteranno domanda direttamente in Italia.
Quell’accordo viola il principio di uguaglianza relativamente ad alcune delle più cruciali garanzie per i richiedenti asilo previsti dalla direttiva UE sulle procedure di esame delle domande.
È evidente che lo straniero portato in Albania, rispetto allo straniero sbarcato in Italia, si troverà in una condizione di discriminazione giuridica per motivi di condizione personale, espressamente vietata anche dalla nostra Costituzione.
A questo si aggiunga, come da noi dimostrato visivamente, che mancano le strutture nella maniera più assoluta. Nell’area al momento non c’è nulla. Priva di qualsiasi opera di urbanizzazione, luce, acqua, fognature.
E il centro doveva entrare in funzione il 20 maggio 2024.
È ormai evidente, ogni oltre ragionevole dubbio, che questo accordo serviva solo come spot per la campagna elettorale di Meloni e Fratelli d’Italia in vista delle elezioni europee.
Un enorme spot da 800 milioni pagati dagli italiani e sottratti ai servizi essenziali, come la sanità e la scuola.
Risorse negate ai comuni per le politiche di accoglienza, quelle che servirebbero in questa circostanza e in questa situazione.
L’accordo oltre a violare i diritti basilari, oltre ad avere un costo abnorme per lo Stato italiano è anche completamente inutile, non risolve minimamente il tema della migrazione. Questo centro in Albania è pensato per accogliere massimo tre mila persone, non di più. L’accordo, infatti, prevede espressamente che il numero totale di migranti presenti contemporaneamente nel territorio albanese non potrà essere superiore a tale cifra.
È opportuno ricordare che soltanto nel 2023 nel nostro paese sono sbarcate quasi 160.000 persone.
Il governo si fermi e faccia marcia indietro. Lasci perdere gli spot elettorali e le dichiarazioni a favore di telecamere, smetta di buttare via i soldi degli italiani e affronti in maniera seria il tema dei migranti.