“In commissione congiunta Affari sociali e Finanze era stata votata all'unanimità la stabilizzazione dei lavoratori precari Irccs. Una misura giusta e doverosa. In queste ore il governo ha cambiato idea e chiesto alla maggioranza di sopprimere l’emendamento, assumendosi una responsabilità gravissima. La destra ha così bocciato, in una commissione riconvocata ad hoc, la stabilizzazione del personale. La motivazione è che non ci sono risorse idonee ad assumere a tempo indeterminato il nuovo personale di ricerca sanitaria. Copertura che secondo noi c'era già e che comunque riguardava pochi milioni di euro. E’ una cosa imbarazzante e vergognosa, siamo di fronte ad un governo, ancora una volta, in totale confusione e che non fa mai l'interesse dei lavoratori e della sanità pubblica”.
Così Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari sociali alla Camera, e i componenti dem Ilenia Malavasi, Paolo Ciani, Gianni Girelli, Nico Stumpo.
“Il primo Documento di economia e finanze del governo Meloni si caratterizza per una preoccupante assenza di visione, strategie e risorse. A fronte di un aumento delle entrate determinato dall’inflazione si registra una sostanziale stabilità della spesa nominale e, pertanto, una riduzione in termini reali del livello di finanziamento dei servizi pubblici. Non vengono previste risorse per voci fondamentali come pensioni, riforma del sistema pensionistico e Opzione donna, istruzione, attuazione della delega fiscale, progressivo invecchiamento della popolazione. La sanità, in particolare, non rientra tra le priorità, visto che il rapporto spesa sanitaria/Pil scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore addirittura inferiore a quello prepandemico del 2019 pari al 6,4%, come se la pandemia non ci avesse insegnato che un sistema sanitario efficiente e universalistico è il primo baluardo a difesa della salute del singolo e della collettività”.
Lo dichiarano i deputati dem della commissione Affari sociali della Camera, Marco Furfaro (capogruppo), Paolo Ciani, Gian Antonio Girelli, Ilenia Malavasi e Nicola Stumpo.
“Inoltre - aggiungono i parlamentari dem - mentre l’Istat certifica che oltre un quarto della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale, dal prossimo mese di agosto a più di 600mila persone verrà sospeso il reddito di cittadinanza, poi abolito dal primo gennaio a favore di misure poco chiare (Gil, Pal, Gal) e con meno risorse disponibili. Infine, il Def non stanzia nessuna risorsa aggiuntiva per disabili, anziani e fasce più deboli della società, perché si considerano le politiche di welfare come politiche di mero costo e non di investimento. Per tutte queste ragioni - concludono - il Partito Democratico ha espresso il parere negativo al documento proposto dal governo Meloni e dalle forze della destra”.
"Abbiamo avuto un atteggiamento collaborativo e mai pregiudiziale verso la proposta di istituire una commissione d’inchiesta sul covid. E lo abbiamo fatto perché pensiamo che ogni approfondimento utile per comprendere cosa va messo a punto nel sistema per affrontare possibili nuove emergenze sia il benvenuto. Il nostro obiettivo, come dimostrato durante la pandemia, è tutelare la salute dei cittadini. Le forzature di queste ore della maggioranza - che per problemi interni ha prima ritirato un testo e poi ne ha presentato un altro a un’ora dal voto in commissione, senza coinvolgere l’opposizione - sono inaccettabili e dimostrano che l’unico obiettivo è quello di usare vicende gravi e drammatiche per fare propaganda sulla pelle di chi ha sofferto e combattuto il covid. Basti pensare che nel testo si mette in dubbio l’utilità dei vaccini, ammiccando ai novax, e non sono menzionate le regioni, cioè l’istituzione che ha la competenza principale sulla sanità. Siamo usciti dall’aula e abbiamo deciso di non votare la proposta perché è ridicolo fare una commissione d’inchiesta sul covid escludendo le regioni, significa che la destra vuole solo strumentalizzare una tragedia e provare a distogliere l’attenzione dalle incapacità di questo governo nell’affrontare le emergenze del Paese". Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo in commissione affari sociali, e i componenti dem Paolo Ciani, Gianni Girelli, Ilenia Malavasi, Nico Stumpo.
Conferenza stampa di Presentazione domani al Senato dell’intergruppo parlamentare
Dichiarazione di Paolo Ciani, deputato Pd
“Sono lieto di comunicare che insieme al Sen. Ignazio Zullo, abbiamo deciso di dare il via ad un percorso di confronto su un tema a me molto caro, quello dell’Invecchiamento attivo, istituendo un intergruppo parlamentare su questa materia. Domani martedì 28 marzo alle ore 10 presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato sita in piazza Madama 11 si terrà la conferenza stampa di presentazione. L'intergruppo nasce con l'obiettivo di promuovere e sostenere politiche volte a favorire l'invecchiamento attivo e la qualità della vita delle persone anziane, nonché di affrontare le sfide demografiche che la nostra società sta affrontando”. Cosi in una nota il deputato Paolo Ciani, segretario della XII Commissione Affari Sociali della Camera, tra i promotori dell’intergruppo parlamentare. “Ringrazio ancora i colleghi che hanno aderito e il Sen. Zullo che insieme a me si è fatto portavoce di questa iniziativa. Alla conferenza stampa, insieme a noi promotori, interverrà Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico scientifico HappyAgeing con cui abbiamo collaborato per dare il via a questo importante progetto. Sarà un’occasione per illustrare le finalità dell'intergruppo e le attività che intenderemo svolgere in futuro”, conclude la nota.
“Il Reddito di Cittadinanza è una misura di politica attiva e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale. Gli attacchi a questa misura da parte del governo di centrodestra sono sempre più aggressivi e insistenti ed a farne le spese per primi sono migliaia di giovani tra cui i cosiddetti “care leavers” ovvero i ragazzi e le ragazze che, divenuti maggiorenni, escono dalle strutture che li hanno presi in carico e provano un faticoso percorso di autonomia.
In un messaggio dell'Inps, del 14 ottobre 2022, si legge che “in esito alle verifiche centralizzate svolte dalla Direzione Centrale Antifrode d’intesa con la Direzione scrivente, è emerso uno specifico rischio di frode in relazione alle dichiarazioni contenute in DSU da parte di soggetti maggiorenni, di età inferiore ai 26 anni, ai fini del riconoscimento del Rdc come nuclei monocomponenti”. In più in base alla legge 26/2019, “il figlio maggiorenne non convivente con i genitori fa parte del nucleo familiare dei genitori quando è di età inferiore a 26 anni, è nella condizione di essere a loro carico a fini IRPEF, non è coniugato e non ha figli”. Sulla base di questa norma, afferma l'Inps, “in presenza delle condizioni indicate” è impossibile, per il richiedente del Rdc, costituire un nucleo familiare a sé. Eppure, “è stato individuato un insieme di percettori RdC che hanno dichiarato un nucleo familiare monocomponente e di trovarsi quindi nelle seguenti condizioni: essere maggiorenni, di età inferiore ai 26 anni; non essere conviventi con i propri genitori; non essere coniugati; non avere figli”. Ma sulla base delle informazioni fornite al sistema ISEE da Agenzia delle Entrate, “risulta che i medesimi percettori non dispongono di un reddito familiare superiore ai 4.000 euro (per i soggetti maggiorenni di età inferiore ai 24 anni), o superiore ai 2.840,51 euro (per i soggetti tra i 24 e i 26 anni)”.
Di fatto, in presenza di queste condizioni, non si ha diritto al dispositivo di Reddito di cittadinanza. Tanto che l'Inps ha ordinato che “si procederà a partire dalla rata del mese corrente a sospendere a livello centrale l’erogazione della prestazione. Questo è inaccettabile per ragazzi che hanno vissuto anche per molti anni in casa famiglia. Parliamo di ragazzi di 18 anni, che per legge devono uscire dalle strutture e si ritrovano soli e senza un supporto. Sono giovani che andrebbero sostenuti e accompagnati in questo percorso e invece sono proprio loro, ingiustamente, i primi colpiti da questo provvedimento. Abbiamo presentato un’interrogazione al governo affinché metta da parte il livore classista contro il reddito di cittadinanza e intervenga subito per restituire a questi ragazzi quello che è semplicemente un loro diritto. Il diritto ad un futuro senza condizioni”.
Lo dichiarano in una nota Paolo Ciani, segretario di commissione in Affari sociali e Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari sociali.