"Ben oltre il 60% del personale del Servizio sanitario nazionale è donna. Percentuale che sale fino al 75% prendendo in considerazione il personale infermieristico. La donne rappresentano inoltre il 69% dei farmacisti, un'incidenza che sale di dieci punti se l’analisi si restringe alla sola 'popolazione' dei collaboratori dipendenti. In questa categoria, infatti, la presenza femminile arriva al 79%, mentre si riduce al 51% tra i soli titolari di farmacia. Sono sempre di più le dirigenti apicali e il maggior numero dei laureati e degli iscritti alla facoltà di medicina è in “rosa”. Eppure, c’è ancora tanto da fare". Queste le dichiarazioni del responsabile Sanità del Pd, Federico Gelli, in occasione dell'8 marzo.
"Bisogna battersi per la tutela della salute delle donne – prosegue - facendo sì che possa farsi sempre più strada un approccio di genere che spazi dalla formazione alla ricerca. Un bel segnale ci arriva proprio dalle Università: da quest’anno accademico i 59 presidenti dei corsi di laurea in Medicina hanno deciso che tutti i corsi avranno nell'ambito delle loro discipline, l'insegnamento della medicina di genere, che è la prima tappa per la medicina personalizzata. Una novità che riguarderà anche i corsi di laurea in farmacia. C’è poi da portare avanti quell’importante lavoro a contrasto del fenomeno della violenza sulle donne già intrapreso in questi mesi dalla cabina di regia inter istituzionale contro la violenza di genere. Si tratta del primo organismo governativo di coordinamento politico mai istituito a livello nazionale su questo tema. Sarà sede di confronto e raccordo politico, strategico e funzionale tra le Amministrazioni statali, le Regioni e gli Enti locali, con l'obiettivo – conclude Gelli - di una sempre maggiore coerenza tra le attività di contrasto alla violenza sul territorio nazionale".