• 16/06/2020

“Non si capisce la ragione ‘clinica” della decisione della Regione Umbria di sospendere le procedure di interruzione farmacologica di gravidanza in regime di day hospital. Una modalità sperimentata e applicata in moltissime regioni, che contempla sia le ragioni di sicurezza della donna, sia la più facilmente esigibilità di un diritto, spesso disatteso, previsto dalla legge 194/78.
Per altro, in una fase a Covid circolante, le società di ginecologia e ostetricia hanno individuato nella possibilità di utilizzo della Ru486 una procedura per garantire il diritto all’interruzione di gravidanza riducendo i rischi di contagio dell’ospedalizzazione e al contempo alleggerendo il sovraffollamento degli ospedali. La motivazione sembrerebbe invece dettata più da ragioni strumentali e ideologiche, che di autentica preoccupazione della salute della donna. Ne chiederemo conto con un’interrogazione al ministro Speranza, consapevoli che l’analisi della relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 194/78 sarà uno strumento utile di monitoraggio e per arrivare a uniformare le modalità di utilizzo  farmacologico della RU486 nelle regioni”.

Così le deputate dem, Elena Carnevali e Beatrice Lorenzin, del Forum Salute del Pd.