Nel nuovo pacchetto per pesca, acquacoltura ed ecosistemi marini predisposto dalla Commissione Europea, è incluso anche il Piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente (Marine action plan), che prevede tra le misure una progressiva rinuncia alla pesca a strascico entro il 2030 nelle aree marine protette. Gli Stati membri dovevano definire entro marzo di quest'anno misure specifiche di attuazione. Dal governo, di contro, la campana suona a morto come avviene ormai dall'inizio della legislatura. Tanti annunci e nessuna decisione degna di nota se non per i grandi interessi. Eppure la questione dovrebbe essere affrontata con urgenza visto che le decisioni riguardano un settore che in Italia garantisce lavoro ad oltre 20mila addetti e che contribuisce per il 25% agli sbarchi di prodotto ittico, con ben 7mila imbarcazioni. Peraltro l’adozione del piano, così come formulato dalla Commissione, può intervenire drasticamente sulla produzione interna del prodotto che per ovvie logiche di mercato dovrà essere colmata da un prodotto importato, proveniente da paesi che non rispettano le regole UE in materia ambientale, di sicurezza e di lavoro. Per questo come gruppo Pd della commissione Agricoltura della Camera, insieme ai colleghi Forattini, Marino e Rossi abbiamo presentato una interrogazione al ministro Lollobrigida per sapere quali iniziative intenda perseguire, anche presso le istituzioni europee, al fine di accompagnare e sostenere, con le risorse già a disposizione, le imprese del settore ittico per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Commissione europea in un giusto equilibrio tra attività economica, redditività dei pescatori e salvaguardia dell'ecosistema come convenuto anche dal commissario europeo Virginius Sinkevicius durante l'audizione svolta alla Camera.
Lo afferma il capogruppo Pd della commissione Agricoltura della Camera Stefano Vaccari.