Medico si deve astenere dall’accanimento terapeutico
“La legge sul fine vita in discussione a Montecitorio non prevede nessun abbandono terapeutico del paziente. Nel corso delle votazioni di stamani è stato approvato un emendamento del collega Marazziti che prevedeva una correzione tecnica per cui il tema delle cure palliative e quello del fine vita sono stati spostati in un articolo a sé; con lo stesso emendamento si stabilisce che il medico si deve astenere dall’accanimento terapeutico, ora definito ‘ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure nella fase finale della vita’ e si prevede esplicitamente il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua quando necessaria per controllare dolori insopportabili. Credo che il dibattito di oggi abbia chiarito anche che non si vuole imporre al medico comportamenti contrari alla sua competenza professionale o alla deontologia. Mi auguro che questo tranquillizzi chi temeva una riduzione del proprio ruolo a quello di mero esecutore. È sempre difficile normare in materie sensibili, né si possono tradurre in norme le relazioni personali; noi abbiamo cercato un equilibrio dove si tenga conto del diritto del paziente a veder rispettata la sua volontà”.
Lo ha detto Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali e relatrice alla proposta di legge in materia dio consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento.