"L'Italia ha venduto o no armi a Israele dopo il 7 ottobre? Da mesi sono in tanti, in Parlamento e nella società civile a chiedere chiarezza su questo perché sarebbe una violazione della legge 185 sul commercio di armi. Oggi, alla mia interrogazione in Commissione esteri, la sottosegretaria Tripodi ha risposto in modo vago ed elusivo.
Le ho chiesto, espressamente, se è vero, come ha rivelato Altreconomia sulla base di dati forniti dall'Agenzia delle dogane, che a dicembre 2023 e gennaio 2024 è proseguito l'export di «bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili, e loro parti», a uso certamente militare.
Una domanda semplice a cui non è seguita una risposta altrettanto semplice. Una cosa, però, la sottosegretaria l'ha confermata e cioè che "non sono state sospese o revocate le licenze di esportazione autorizzate prima del 7 ottobre 2023" perché, a suo dire "i materiali interessati non presentano caratteristiche tali da poter essere impiegati contro la popolazione civile a Gaza, in Cisgiordania o in Libano".
Questi materiali sono le mine, i missili, le granate e tutte le armi citate dall'inchiesta di Altreconomia? Perché se è così, con almeno 47mila morti civili a Gaza, il governo come pensa che siano state usate quelle armi?
E come risponde il governo alle parole della controllata Leonardo secondo cui dopo il 7 ottobre è stata fornita "assistenza tecnica da remoto" e "riparazione di materiali e fornitura i ricambi"?
Il Governo risponde "ni", mai nei dettagli, sempre sul vago". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.