"Alla prima votazione slegata da incombenze governative, la maggioranza si è già divisa”. Lo dichiara Enrico Borghi, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, a proposito del voto sulla richiesta di dimissioni da parte di Guido Crosetto.
“Sul tema delle dimissioni di Guido Crosetto – continua - dal Parlamento, abbiamo assistito alla divaricazione tra i due partner di governo, e al paradosso che il gruppo cui il deputato appartiene, Fratelli d'Italia, ha annunciato il voto contrario alle dimissioni mentre il gruppo del Movimento 5 Stelle è corso inutilmente in soccorso della destra dando un voto non richiesto che avrebbe messo il silenziatore su una vicenda che merita qualche riflessione. Infatti, rimane un tema da chiarire. E cioè quali siano le motivazioni reali delle dimissioni del collega Crosetto, peraltro da noi stimato nella distinzione che da sempre facciamo tra aspetti personali ed elementi di appartenenza politica. In Aula non è stato chiarito se tali dimissioni sono da ascriversi a caso di incompatibilità, o per motivi personali. Nel primo caso devono essere rese note, nel secondo caso l'aula deve essere informata dal parlamentare interessato che deve spiegare le motivazioni che hanno indotto a una scelta di dimissioni che contrasta con il volere del popolo che ha eletto un proprio rappresentante. L'istituto del voto segreto previsto non è una pratica arcaica, come sostengono impropriamente i colleghi grillini. Esso è volto a tutelare il parlamentare - e quindi le istituzioni democratiche - da eventuali, possibili pressioni ricevute, che potrebbero essere in astratto sia di un partito come di altri soggetti, esterni al Parlamento o addirittura alla nazione”.
“E' per la salvaguardia delle prerogative sancite dall'articolo 67 della Costituzione che noi abbiamo sostenuto la richiesta di rinvio, che consentirà al diretto interessato di chiarire le ragioni di tale decisione e sgombrare il campo da qualsivoglia dubbio", conclude.