“Quello che emerge con devastante chiarezza è che in questa tempesta che ha travolto il Csm sono i magistrati a giocare un ruolo quantomeno improprio, a tentare di orientare promozioni e carriere, sono loro che hanno interessi evidenti e diretti che li coinvolgono”. Lo scrive su Facabook Franco Vazio, vicepresidente della Camera.
“Per anni – spiega - abbiamo assistito a dichiarazioni di principio che parlavano di autonomia e di autogoverno della magistratura. Ora scopriamo che con tali principi e tali valori interferiscono proprio i magistrati. Non è un gioco da tavolo, in discussione c’è la credibilità del sistema giustizia, della magistratura stessa. Che la politica abbia occasionalmente incrociato tali discussioni è accaduto ieri e anche in passato; resta però il fatto che, anche in questa circostanza, per la politica non paiono emergere fatti di una qualche rilevanza penale. Lotti o altri politici che occasionalmente intervengono come invitati o come ospiti casuali sono estranei e indifferenti, insomma spettatori, rispetto alle traiettorie personali e alle nomine che invece appartengono solo alla magistratura. Possiamo interrogarci se fosse o meno opportuno che Lotti e altri politici, nel presente e nel passato, siano stati spettatori di tali vicende, che abbiano accettato inviti a cena o appuntamenti. Certo è che comunque si risponda, essi non sono gli attori con i relativi poteri ma sono, sono stati e restano spettatori indifferenti. Trasformare questa vicenda, come l’ennesimo luogo di scontro politico sommario, distoglie l’attenzione rispetto al vero argomento del giorno. Le correnti all’interno della Magistratura hanno via via distorto la direzione e l’efficacia del suo sistema di autogoverno e di autocontrollo; il sistema delle nomine, delle promozioni e delle carriere deve essere riformato profondamente, perché oggi, alla prova dei fatti, non garantisce più quella trasparenza e quell’efficienza che il Cittadino auspica di trovare proprio nel luogo in cui domani potrebbe essere giudicato. C’è chi arriva a dire che qualcuno utilizzerà questa vicenda per imprimere una deriva giustizialista al Csm. Se così fosse sarebbe un errore nell’errore che preoccupa ancora di più. Regolare i conti politici interni al proprio partito o con i propri avversari utilizzando strumentalmente questi temi e queste comunicazioni carpite a spizzichi e bocconi è profondamente sbagliato”.
“E la storia insegna che tutto ciò non porta mai a nulla di buono; non ci saranno vincitori, ma solo un sistema di garanzie costituzionali profondamente ferito e che avrà perso nel frattempo molto della sua credibilità”, conclude.