• 08/04/2020

“Le giuste misure per contenere la diffusione del coronavirus messe in atto dal Governo rischiano di aggravare la situazione delle donne vittime di violenza domestica, costrette a rimanere in casa, h24, con il partner violento. Una condizione che definirei di emergenza nell’emergenza. Per questo, pur apprezzando l’impegno del governo anche con il lancio di campagne informative per diffondere il numero e la app 1522 e la app YouPol, a cui rivolgersi in caso di bisogno, abbiamo chiesto alla ministra Bonetti quali iniziative straordinarie si possono mettere in campo per spezzare quel circolo vizioso per cui in alcune circostanze donne vittime di violenza non hanno potuto accedere alle strutture perché da un lato dovevano dimostrare di non essere contagiate dal covid19 ma allo stesso tempo essendo asintomatiche alcuni medici si sono rifiutati di far loro il tampone”.

Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd, intervenendo in Aula per il question time.

Nella replica l’esponente dem, dopo essersi dichiarata soddisfatta per la risposta della ministra Bonetti, ha aggiunto che “nella lettera inviata lunedì da 40 deputate dell’Intergruppo per le donne alla stessa ministra Bonetti e ai ministri Bonafede e Boccia abbiamo sottolineato l’importanza delle misure contenute nel documento elaborato dalla Commissione d’inchiesta del Senato sul femminicidio, con nuove e ulteriori misure per sopperire alle carenze del sistema sorte in questo periodo. Inoltre, nella lettera, si fa riferimento alla necessità di vigilare sulle Regioni affinché trasferiscano quanto prima le risorse già stanziate ai centri antiviolenza. Mi auguro - ha concluso Boldrini - che in un frangente così difficile si possa derogare alla procedura ordinaria e prevedere al più presto una norma che permetta di avviare in tempi rapidi la ripartizione dei fondi da parte delle Regioni, non solo di quelli pregressi ma anche dei 20 milioni previsti per il 2020. E di far giungere i fondi straordinari stanziati per l’emergenza direttamente ai centri antiviolenza. Perché nessuna donna dev’essere lasciata sola”.