“L’interpellanza dei parlamentari lombardi vuole porre l’attenzione sulle RSA, le residenza assistenziali per anziani, dove vivono persone particolarmente fragili ed esposte all’infezioni da Covid-19. Alcune di queste realtà in Lombardia, diversamente da quanto accaduto in altre regioni, hanno registrato un altissimo numero di decessi. Non vogliamo ovviamente sostituirci alla magistratura, questa è una sede politica e non giudiziaria. E in questa sede chiediamo di capire se la regione Lombardia ha dato indicazioni tempestive ed adeguate per evitare il contagio all’interno delle Rsa, o se invece come noi crediamo e temiamo ha completamente mancato ai suoi doveri. Conosciamo la gravità e la durezza con cui la pandemia da coronavirus si è abbattuta sull’Italia e sulla Lombardia, conosciamo bene l’abnegazione dei tantissimi operatori sanitari che senza sosta stanno lavorando per salvare vite umane. Ma vorremmo sapere perché si è dovuto attendere il decreto del governo per imporre la sospensione dei servizi semi-residenziali per persone anziane e per persone disabili; vorremo conoscere il perché della latitanza della regione Lombardia anche confrontato all’operato di altre regioni. Non è accettabile il tentativo da parte della regione Lombardia di scaricare le responsabilità sulle Rsa. Fornire le strutture di dispositivi non poteva essere lasciato alle sole RSA così come aspettare 50 gg per effettuare i primi tamponi ad operatori ed ospiti . fare i tamponi al personale Ancora l’8 marzo la regione Lombardia chiedeva alle RSA di aumentare l’offerta ricettiva, una decisione incongrua all’ordine di chiusura verso l’esterno di quattro giorni prima e imprudente ed incomprensibile rispetto ai numeri di contagio che oggi vengono certificati dal ministero , rischiando di favorire altri nuovi focolai ed aumentare la catena dei contagi ”.
Lo dichiara Elena Carnevali, capogruppo del Pd in commissione Affari sociali alla Camera, intervenendo in Aula per l’interpellanza urgente al governo.
Nella replica, Lia Quartapelle, deputata milanese, ha sottolineate che “un dramma di queste proporzioni all’interno delle Rsa, è successo solo in Lombardia. La sottosegretaria Zampa ha condiviso i dati di uno studio dell’ISS su un campione di RSA lombarde, a cui hanno risposto 164 su 676 RSS interpellate. Il 15% dei pazienti delle Rsa del campione sono morti. Metà di queste morti e riconoducibile a sintomi Covid. Il livello di mortalità delle Rsa in Lombardia non è comparabile con nessuna delle altre situazioni italiane. E questo è chiaramente il frutto delle scelte politiche della regione Lombardia, delle scelte fatte e soprattutto di quelle non fatte. Ha impiegato troppo tempo prima di decidere di chiudere le visite dall’esterno alle Rsa, nonostante in altre regioni avessero già iniziato a farlo. Non solo, l’8 marzo la giunta Fontana chiedeva alle Rsa di ampliare l’accoglienza per liberare posti negli ospedali. Le Rsa fanno parte del Servizio sanitario nazionale e non possono rifiutare se la Regione chiede. Fontana e Gallera hanno poi aggiunta una retta, pagata dalla regione, per aumentare l’accoglienza e di fatto aumentare il contagio. La Regione ha una responsabilità di sorveglianza, controllo e sanzione che troppe volte è venuta meno. Non si può scaricare sulle Rsa adesso. Fontana ha disposto il trasferimento dei casi di covid-19 nelle Rsa, ha mandato i malati contagiosi nei luoghi dove più si doveva evitare il contagio. Chi doveva gestire l’emergenza ha peggiorato il contagio. Questa è una responsabilità politica enorme da parte di Fontana e di Gallera. Noi andremo fino in fondo, anche con una commissione di inchiesta regionale perché le responsabilità politiche sono tantissime. Il Partito democratico andrà fino in fondo, lo dobbiamo alle vittime, ai familiari, ai lavoratori e a tutti quei lombardi che guardano con sgomento alle incapacità della giunta Fontana”.