• 02/11/2020

“Per prima cosa vorrei che provassimo ad emendarci da un certo provincialismo per dare uno sguardo a quello che avviene intorno a noi, per raffrontare le scelte che dobbiamo compiere, nella consapevolezza di non essere una monade che sta girando sperduta nell’universo ma un Paese all’interno di un continente che sta vivendo una delle prove più difficili dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il Belgio è in lockdown, la Grecia è in lockdown parziale, il Regno unito è in lockdown, la Spagna è in lockdown parziale, e potremmo continuare. La casistica è da brividi”.

Lo dichiara Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd, intervenendo alla Camera dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio 

“Vogliamo porre tre temi. Primo, avvertiamo l’esigenza di un forte coordinamento europeo. Chiediamo, quindi, un Consiglio europeo straordinario sulla gestione della pandemia. Perché l’Unione europea, oltre a una indispensabile agenda economica, deve avere anche una agenda sanitaria e sociale. Non possiamo immaginare un’Europa dove gli Stati si scaricano addosso i problemi uno con l’altro, perché il virus non conosce barriere né confini. Abbiamo bisogno di un’Europa che abbia una propria voce, anche rispetto ai temi globali, di rapporto tra le super potenze, che questa pandemia inevitabilmente sta ponendo. Secondo, serve una leale collaborazione istituzionale, così come stabilito dalla Costituzione. Se dovesse mancare, la Costituzione stabilisce che l’ordine pubblico e la sicurezza, la profilassi internazionale e i livelli essenziali da garantire sui territori spettano allo Stato. Certo l’organizzazione sanitaria spetta alle regioni, però ci sarebbe da sorridere di coloro i quali chiedono l’autonomia quando c’è il sole e la restituiscono quando piove. Quando la casa brucia non si può litigare per chi porta l’acqua. Quando la casa brucia, quindi, si attua una gerarchia istituzionale prevista dalla Costituzione. Terzo tema, noi – prosegue l’esponente dem - abbiamo ascoltato il procedimento illustrato da Conte che avvia ad una sede amministrativa il meccanismo delle fasi più o meno restrittive delle regioni. Però per i territori che dovessero entrare in una fase più restrittiva, deve esserci in automatico, senza rinvii, un sostegno all’apparato produttivo di quei territori”.

“Infine - conclude Borghi - abbiamo apprezzato l’apertura del Presidente Conte alle opposizioni, non nella logica dell’espediente e della deresponsabilizzazione. Il governo si sta assumendo le sue responsabilità, e la maggioranza lo sosterrà anche nelle decisioni più difficili. Ma riteniamo sia imprescindibile l’attivazione di un confronto sul merito, senza confusione di ruoli, nella logica della centralità del Parlamento, con l’obiettivo di trovare quel minimo comun denominatore che questa Repubblica nei suoi momenti più difficili ha sempre saputo trovare”.

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