Tre fattori hanno consentito all’Italia di chiudere il 2021 con un tasso di crescita dell’economia nettamente superiore alle stime anche più ottimiste di inizio d’anno: la risposta positiva della stragrande maggioranza degli italiani alla campagna vaccinale, la linea del governo impostata su rigore e gradualità, la solidità del sistema produttivo. Abbiamo recuperato circa il 70% del Pil che l’esplosione della pandemia aveva ingoiato nel 2020, con effetti assai significativi anche sul versante dell’occupazione. Ma la ripresa è ancora fragile, esposta ai venti dell’aumento del prezzo delle materie prime e dell’inflazione. E ad essere a rischio non è solo il pieno recupero in tempi brevi dei livelli pre covid ma il consolidamento stesso della fase di nuova crescita, condizione indispensabile per portare il Paese verso uno sviluppo che non ricalchi quello “zero virgola” dell’ultimo ventennio. Non si tratta solo di evitare nuovi lockdown ma di non perdere l’occasione per tornare ad essere tra le principali locomotive dell’economia mondiale. Per questo è imperativo proteggere la ripresa adottando, con rapidità, tutte le nuove misure capaci di garantire un’efficace argine alla diffusione dei contagi della quarta ondata, superando dubbi e perplessità.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera