"Dal presidente Conte abbiamo sentito le solite parole vuote sul riconoscimento dell’approccio europeo e sulla necessità di avere in Europa unità di intenti e spirito solidale. Peccato che poi nei fatti il governo faccia precisamente il contrario. Sulla Brexit Conte viene in Aula e non dice cosa farà il governo se la Gran Bretagna chiederà una proroga. La domanda non è peregrina, perché gli amici sovranisti di Salvini hanno chiesto di bloccarla. Ma ancora una volta Conte si sottrae e non sa rispondere al Parlamento.
Sulla Cina il governo ha scelto una strada molto lontana dalla coesione europea di cui parla, perché siamo completamenti isolati. Il presidente del Consiglio sostiene che non è un accordo internazionale, che non è vincolante, volendo farci credere che Xi Jinping venga da Pechino per firmare un accordo che non vale niente. È vero che il memorandum non è vincolante, ma proprio quello è il problema: perché il suo valore è esclusivamente politico. I cinesi vengono a mettere una bandierina in uno dei Paesi del G7 e in cambio il governo vorrebbe chiedere più business. Quindi mentre Xi Jinping incassa subito un risultato storico, la nostra utilità è futura e sperata e non è detto si verifichi. Il punto con la Cina è la reciprocità: l’accordo va fatto, ma non bisogna genuflettersi. È il raggiungimento di un fine lodevole nel peggiore dei modi. Perché si sta svendendo la nostra capacità di negoziare e soprattutto la nostra sovranità nazionale, che per essere un governo sovranista è veramente un paradosso".
Lo ha detto il deputato del Pd Ivan Scalfarotto, intervenendo in Aula durante la dichiarazione di voto sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio sul prossimo Consiglio Ue e sul memorandum Italia-Cina.