“Equipaggiare la Guardia Costiera libica di motovedette per accrescere il controllo delle coste e contrastare i mercanti di migranti è scelta ovviamente condivisibile. Ma ogni atto va valutato anche guardando al contesto in cui si colloca. E le scelte operate in questi mesi dal governo italiano configurano uno scenario radicalmente diverso che espone l’Italia a molti rischi e non può vedere il nostro consenso”. Lo ha detto Piero Fassino, vice-presidente della Commissione Esteri, nel corso della dichiarazione di voto sul decreto relativo alla cessione di motovedette alla Libia.
“Si è scelta - ha continuato - una linea in Europa di esibizione di muscoli che non ha ottenuto alcun risultato e anzi ci isola sempre di più. E contemporaneamente l’Italia rinuncia ogni giorno a esercitare un effettivo ruolo di leadership nel Mediterraneo. Si sono interrotti i corridoi umanitari, gestiti insieme a Unhcr e Oim, con cui sono stati accolti 300 profughi, per lo più donne e bambini, e altri 1500 possono essere salvati. Si è interrotto il ruolo assolto dalla Guardia Costiera italiana di coordinamento con Guardia Costiera libica, Ong, Frontex, Missione Sofia. Si sono criminalizzate Ong e associazioni umanitarie obbligandole a interrompere la loro azione di salvataggio e la conseguenza è l’aumento dei morti in mare. Si mette in discussione la missione europea Sofia. Si rinuncia a sostenere un più efficace ruolo sul campo di Unhcr e Oim per il rispetto di fondamentali diritti umani oggi violati e negati. E per coprire questa linea si continua a evocare ‘invasioni’ di migranti quando da un anno e mezzo - grazie all’azione del governo Gentiloni e del ministro Minniti - gli arrivi sono in costante e radicale diminuzione. Ma se i flussi diminuiscono,non è diminuito il numero delle vittime innocenti che perdono la vita in quella che oggi la Unhcr ha definito la rotta più letale al mondo. Insomma, il governo ha scelto una linea di ripiegamento e di chiusura, reso evidente dal rifiuto di accogliere gli emendamenti avanzati dall’opposizione a sostegno del rispetto dei diritti umani. Una strategia di rinuncia che ha come unici e sicuri effetti un indebolimento del ruolo dell’Italia, una riduzione della possibilità di dare stabilità alla Libia, una più grave e più pericolosa insicurezza del Mediterraneo”.
“Non possiamo condividere, ne’ assecondare questa linea irresponsabile e perdente. Per questo il gruppo del Pd, pur non avendo obiezioni alla fornitura di motovedette alla Libia, non parteciperà al voto”, ha concluso.