"E' di oggi la notizia che la procura del tribunale per i minori di Genova ha chiesto il processo per uno studente di 16 anni accusato di avere stuprato una compagna di 15 anni a scuola. L'ennesimo caso di violenza contro una giovanissima donna che, al netto di cosa decideranno i giudici, deve richiamarci tutte e tutti all'urgenza di interventi concreti di nelle scuole. Interventi che prevedano l'educazione sessuale e all'affettività. Se vogliamo parlare di sicurezza e anche di sicurezza delle donne, dobbiamo parlare di formazione ed educazione.
Niente di tutto questo è previsto nel decreto repressione, che la maggioranza si ostina a chiamare "decreto sicurezza". Repressione del dissenso, repressione della protesta, repressione della resistenza passiva. C'è, invece, un ordine del giorno della Lega che rimette in campo la malsana idea della castrazione chimica. Come se lo stupro fosse il frutto di una disfunzione e non un esercizio di potere, una volontà di sottomissione e umiliazione, un esercizio di possesso del corpo della donna. Questa perversa mentalità non si supera certo con la castrazione chimica ma con un profondo lavoro culturale. Purtroppo l'idea di sicurezza della maggioranza è questa: reprimere quando i reati sono già avvenuti. Mai prevenire, mai educare, mai preoccuparsi di arrivare prima di avere una vittima e un carnefice. Solo l'ennesima bandierina ideologica: 14 nuovi reati e nuovi aumenti delle pene. Molto rumore per non risolvere alcun problema". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.