“In questi anni ho maturato la convinzione che non esista una distinzione vera tra ragione e sentimento quando operiamo per la res publica. E le scelte che hanno fatto i partiti e i Gruppi che hanno deciso di appoggiare il suo governo sono state compiute superando storiche e persistenti differenze di impostazione politica e culturale, in ragione di un sentimento di necessità, di unità e di coesione nel momento dell’emergenza, che può pervenire solo da una nuova interpretazione del senso della politica. Qui serve non solo la razionale ragione di parte ma il sentimento di appartenenza ad un medesimo destino. E’ già capitato in questo Paese, in altre fasi molto difficili, con Ciampi e con Monti, ma noi oggi lo stiamo facendo in una fase diversa. Una fase di definitiva sconfitta nel nostro Paese dell’ubriacatura populista e della irrazionalità colorata di politica”.
Così Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula per la discussione sulla fiducia al governo Draghi.
“Vorrei sottolineare - prosegue l'esponente dem - tre aspetti che ho molto apprezzato. Il primo, quando ha sottolineato il ruolo del Parlamento come referente legislativo, non notarile, delle difficili scelte che dovrà prendere il governo. Il secondo, quando ha citato la politica non come sconfitta ma come protagonista. Tutto ciò che decideremo saranno scelte politiche. Le decisioni sulla sanità pubblica, sulla transizione ambientale e digitale, sul mercato del lavoro, sulla fiscalità, sulla giustizia, sul funzionamento dello Stato: tutto decide della qualità della polis. E il suo intervento chiama tutti noi ad una nuova fase, tra l'urgenza e l’idea futura di Paese, tra il rammendo di oggi e l'ideale di domani”.
“Infine - conclude Fiano - l'ultimo punto, le riforme istituzionali. Lei, anche per una gradazione di urgenze, ha deciso di non citarle ma noi come Italia ne abbiamo bisogno. Sia per le necessità derivanti dal nuovo assetto dimensionale che avrà il futuro Parlamento, sia per ragionare sulla nuova legge elettorale che possa coniugare rappresentatività ed efficienza di governo, non possiamo abbandonare questi temi sine die. La democrazia deve essere giusta, solida, trasparente, rappresentativa ma anche funzionante”.