Giustizia: Gianassi, da maggioranza incertezze e differenze
Dichiarazione di Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia Camera
Dichiarazione di Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia Camera
“Questo governo è inadeguato. E già si vede dai primi atti. A partire dalla Legge di Bilancio dove emergono scelte di classe, punitive verso i più deboli. Il populismo della destra si svela sempre, al momento della verità, un grande inganno. Vedo tanta incapacità in tanti ministri, ma non basterà denunciarla, bisogna rovesciarli coi fatti. In Parlamento e nel paese e il nostro congresso dovrebbe servire a questo. Penso che dobbiamo proporre una legge elettorale alla francese, ma va bene anche una riforma costituzionale semi presidenziale.
“Gli italiani hanno bocciato i referendum proposti da Lega e centrodestra. Con la più bassa affluenza della storia è stata contestata la natura troppo tecnica e il carattere chiaramente strumentale dei quesiti. Ora si completi in Parlamento la riforma della giustizia già avviata”. Lo scrive su Twitter Piero De Luca, vicecapogruppo del Pd alla Camera.
“La via maestra per le riforme istituzionali su argomenti così complessi, come quello della giustizia, è quella di un intervento parlamentare perché consente di affrontare le problematiche sollevate con soluzioni di sistema, coordinate e ragionevoli. Ed evita il rischio di azioni inefficaci e controproducenti. Su questo tema la posizione espressa dal segretario Letta oggi durante la direzione è molto equilibrata e condivisibile: riconosce le varie sensibilità in campo e propone un approccio critico e di merito.
Certamente l’accelerazione del rialzo dei prezzi che nel mese di marzo ha toccato il 6,7% su base annua è motivata dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Per far fronte a questa fiammata è giusto che il governo, come già con il decreto del 18 febbraio come con altri provvedimenti precedenti per fronteggiare il rincaro soprattutto delle risorse energetiche, proceda con stanziamenti per alleviare le sofferenze di famiglie e imprese.
Le riforme sono uno dei due pilastri fondamentali per raggiungere gli obiettivi fissati e condivisi con l'Europa ai fini della corretta attuazione del Pnrr. Sono essenziali dunque per ottenere i pagamenti delle importanti rate semestrali rispettando gli impegni assunti, ma sono anche indispensabili per rendere il nostro Paese più moderno, equo e competitivo.
“La riforma dell’elettorato attivo del Senato è indispensabile per svecchiare il Paese e mettere fine a una discriminazione generazionale che è stata, fino ad oggi, un punto di debolezza del nostro sistema parlamentare. Mi auguro che il voto ai diciottenni e in particolare a tutti i minori di 25 anni per l’elezione dei senatori, porti dalle prossime elezioni una ventata di cambiamento fra quei banchi che oggi troppo spesso rallentano o bloccano l’adeguamento delle leggi dello Stato all’avanzamento culturale dell’Italia. Il percorso delle riforme in questa legislatura non è ancora finito.
“È necessario un Patto per le riforme a sostegno dla classe media da qui alla fine della legislatura. Salvini ci sta o si chiama fuori?”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, in dichiarazione di voto finale sul Dl Sostegni.
Il PNRR è l'occasione storica per rendere l'Italia più moderna, più equa e più competitiva. Come sostiene il premier Draghi, rappresenta una opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti, e riforme. E non possiamo sprecarla se vogliamo abbattere le diseguaglianze sociali, rafforzare il sistema produttivo, rendere più sostenibile da un punto di vista ambientale il nostro Paese, digitalizzare e innovare la scuola e la pubblica amministrazione, rafforzare la nostra sanità, ridurre i gap di opportunità e sviluppo tra Nord e Sud, supportare di più le donne e i giovani.
“In questi anni ho maturato la convinzione che non esista una distinzione vera tra ragione e sentimento quando operiamo per la res publica. E le scelte che hanno fatto i partiti e i Gruppi che hanno deciso di appoggiare il suo governo sono state compiute superando storiche e persistenti differenze di impostazione politica e culturale, in ragione di un sentimento di necessità, di unità e di coesione nel momento dell’emergenza, che può pervenire solo da una nuova interpretazione del senso della politica.