«Siamo tutte e tutti convinti di essere parlamentari e cittadini di un grande Paese come l’Italia, ma in realtà oggi siamo qui per discutere l’ultimo provvedimento della Nazione di Melonia». Così ha esordito la deputata del Partito Democratico Laura Boldrini, intervenendo oggi alla Camera nel corso della discussione generale sulla proposta di legge Varchi, voluta da Fratelli d’Italia per introdurre l’universalità del reato di Gestazione per Altri.
«Melonia è quella Nazione dove ci troviamo a vivere oggi», ha proseguito Boldrini, «un posto dove si respinge invece di accogliere, dove si stringono patti e alleanze con autocrati e dittatori, dove si tolgono sostegni economici a chi è in difficoltà, dove si sottraggono diritti anziché estenderli. È una nazione, quella di Melonia, che vive di propaganda politica e dove, in nome di quella propaganda, si fanno le leggi. Ed è pura propaganda, adesso, la crociata per rendere la GPA, la Gestazione per Altri, reato universale. È paradossale che questa crociata venga scatenata in un momento in cui la Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sottolineano che il nostro Paese continua a violare il diritto di figlie e figli di coppie omogenitoriali a essere riconosciuti all’anagrafe, nel rispetto del prevalente interesse del minore. Ma questo vale per l’Italia, non per Melonia, dove invece si vorrebbe appunto rendere perseguibile il reato di GPA anche nei casi in cui la gestazione per altri venga effettuata in uno Stato nel quale questa pratica è regolata da leggi, e dunque non è un reato. Diamo una notizia ai governanti di Melonia», ha sottolineato la deputata dem, «per punire un’azione compiuta all’estero, quell’azione deve essere reato anche nel Paese in cui è stata commessa. Com’è possibile perciò ipotizzare che debba essere reato universale una condotta che in altri Stati è legale e regolata? E com’è possibile ipotizzare di rendere la GPA reato universale quando la pena detentiva attualmente prevista è quella della reclusione da tre mesi a due anni? Un tempo che non è minimamente paragonabile a quello previsto per reati considerati riprovevoli e universalmente perseguibili, come per esempio quelli di genocidio, terrorismo, mutilazioni genitali femminili o traffico di organi umani».
Boldrini si è poi soffermata su cosa accadrebbe ai bambini e alle bambine se l’universalità del reato di GPA passasse: «Se dei cittadini italiani rientrassero in Italia con i figli nati regolarmente all’estero da Gestazione per Altri, secondo le leggi di quel Paese e con un certificato di nascita che è un atto ufficiale, sarebbero sottoposti a processo e in caso di condanna il bambino o la bambina verrebbero allontanati dalla coppia. La verità è che si vogliono porre ostacoli di ogni genere alle coppie LGBT. È la deriva ideologica “alla polacca”, che intende affermare la legittimità di un solo modello di famiglia comprimendo pesantemente i diritti e la dignità dei minori. La Destra, infatti, continua a raccontarci la maternità surrogata come una “pratica LGBT” e vuole punirla come tale, quando invece a farne uso sono in maggioranza coppie eterosessuali. 9 coppie su 10, secondo le statistiche. La proposta di legge Varchi inasprisce la perseguibilità della Gestazione per Altri esponendo bambini e bambine a un marchio d’infamia, come nati da un crimine universale e, in quanto tale, esecrabile. Come dovrebbero sentirsi questi figli e queste figlie?»
Ha poi concluso Laura Boldrini: «Chiunque creda nello Stato di diritto, al di là di come la si pensi sulla Gestazione per Altri – che è una pratica già da tempo vietata in Italia, sulla base di una scelta nazionale e non di un vincolo internazionale –, ha il dovere di dire no a questo provvedimento, perché si tratta di pura propaganda visto che il reato non potrà diventare universale per il solo fatto che questa legge lo avrà stabilito. Bisogna dire no a una norma che è soltanto un obbrobrio giuridico legato alla pericolosa idea di “Stato etico” che da Melonia si vorrebbe estendere all’intero globo terracqueo. L’Italia ha una tradizione di cultura giuridica garantista e liberale, e noi faremo di tutto per preservarla».