“Non possiamo lasciare che l’Italia rischi di diventare uno dei Paesi più anziani del mondo. Abbattere i costi dei beni di prima necessità per l’infanzia, attraverso una riduzione dell’Iva, è un atto concreto che, insieme alle riforme portate avanti in questi anni, può incidere positivamente sulla vita delle persone”.
- Lo dichiarano Titti Di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico e prima firmataria della proposta di legge, e Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione Infanzia e Adolescenza –
“La spesa complessiva per il costo di quanto necessita alla vita del bambino incide in maniera rilevante sul bilancio familiare, e i genitori, durante il primo anno di vita del bambino, versano all’erario circa mille euro di imposte, in particolare per l’Iva sui prodotti di prima necessità. Ridurre l’aliquota su pannolini, biberon, omogeneizzati e tutto quanto serve alla prima infanzia, - spiegano le deputate Dem - portandola dal 22% al 5%, solleverebbe le famiglie da un onere che, in una situazione di difficoltà, è una delle cause che porta ad avere una natalità effettiva dimezzata rispetto al desiderio di genitorialità espresso”.
“La genitorialità, soprattutto quando negata, non può restare una scelta privata, ma deve essere supportata dalla collettività anche attraverso interventi normativi orientati alla famiglia, anche per promuovere la conciliazione e la condivisione delle responsabilità. Il compito della politica – concludono Di Salvo e Zampa - è fare in modo che la maternità e la paternità possano tornare ad essere una scelta attuabile”.