“Grazie al lavoro della commissione Cultura ci avviciniamo all'obiettivo di eliminare una disposizione assolutamente anacronistica, un decreto regio di epoca fascista, che limita le nostre studentesse e i nostri studenti nello sfruttare il potenziale dell’ampio ventaglio dell'offerta formativa universitaria contemporanea. La possibilità di una doppia iscrizione universitaria è un passo in avanti molto importante in quella direzione che permette di rispondere a un mondo complesso. Permette di caratterizzare fortemente il percorso universitario, allineando il sistema universitario italiano a quello europeo e di garantire una maggiore flessibilità di specializzazione”.
Così il parlamentare del Partito Democratico Paolo Lattanzio, nel suo intervento durante la discussione in Aula.
“L’obiettivo – ha proseguito l'esponente dem - è permettere ai nostri giovani di essere più competitivi e di avere competenze trasversali che rispondano alla grande flessibilità che è richiesta oggi dal mondo del lavoro. I benefici saranno immediati perché percorsi di laurea più larghi e trasversali possono intercettare i cambiamenti del mondo globalizzato. Sottolineo due punti di forza di questa proposta di legge: per prima cosa è parlamentare e arriva in Aula con il voto unanime della commissione. Inoltre è sopravvissuta a ben 3 governi e 4 ministri, trovando in ognuno apertura. È un provvedimento che gli organi di rappresentanza di studenti e studentesse chiedono fin dal 2015 perché questa norma vetusta colpiva i più deboli e meno abbienti a beneficio di chi, per ragioni familiari, poteva permettersi una seconda iscrizione all'estero o corsi privati. Ora si può procedere alla doppia iscrizione grazie a una liberalizzazione equa perché la tassazione rimane invariata. È l'occasione per il sistema universitario italiano di fare un passo in avanti decisivo. Non è una partita soltanto amministrativa – conclude Lattanzio - ma di politica universitaria anche per valorizzare specificità territoriali dei singoli atenei”.