“Tanto ottimistiche per il futuro quanto catastrofiche per il presente: in sintesi, così può dirsi delle politiche del lavoro proclamate, solo proclamate, dal ministro del Lavoro Di Maio. Un decreto che invece di incrementare i livelli di dignità dei lavoratori a termine li sta rovinosamente espellendo dal mercato. Un reddito di cittadinanza nominato nella Legge di Bilancio, ma solo per dire che nel frattempo è meglio utilizzare il sistema del reddito di inclusione introdotto dai governi democratici. Una pensione di cittadinanza di cui nulla si conosce se non il nome. Un salario minimo legale per i settori non coperti da contrattazione collettiva previsto a suo tempo dal Jobs Act ed ora pure disciplinato da una proposta di legge democratica depositata all’inizio della legislatura. Se Di Maio vuole veramente dare una mano al Paese, e ai lavoratori che lavorano molto e guadagnano poco, più o fare una cosa molto semplice: approvare la proposta del Partito democratico sul salario minimo legale, anziché far proseguire al suo deputato Davide Tripiedi la consueta e quotidiana propaganda”.
Così Antonio Viscomi, deputato Dem della commissione Lavoro.