• 03/11/2025

«Non è un adempimento tecnico, ma una scelta che tocca la coscienza giuridica dello Stato», lo dichiara il deputato dem Fabio Porta, annunciando la «ferma contrarietà alla ratifica» del Trattato sul trasferimento dei detenuti con la Libia firmato a Palermo il 29 settembre 2023.

«La Libia non può essere considerata sicura: detenzioni arbitrarie, torture e collusioni tra apparati e milizie lo dimostrano», aggiunge, richiamando che «la recente giurisprudenza ha ribadito che la Libia non è porto sicuro» e che «il principio di non respingimento è inderogabile».

L'esponente Pd evidenzia le criticità del testo: «l’articolo 4 è solo apparentemente garantistico», «l’articolo 12 lascia ampi margini di adeguamento della pena», «gli articoli 16 e 17 consentono trasferimenti senza consenso», mentre «le clausole su riservatezza e dati aumentano l’opacità» e la «durata illimitata con recesso a 180 giorni» aggrava i rischi.

«Il vero costo non è di bilancio, ma giuridico, umano e reputazionale», afferma, ricordando che «il Memorandum del 2017 ne subordina l’applicazione al rispetto dei diritti umani, condizione oggi non sussistente».

Richiamando Beccaria — «È meglio prevenire i delitti che punirli» — e la formula di Kant — «trattare l’umanità sempre come fine e mai come mezzo» — il deputato dem sottolinea che «un trasferimento privo di consenso o garanzie riduce la persona a mezzo, violando la dignità umana».

«Chiediamo all’Aula di respingere la ratifica e al governo di reindirizzare la cooperazione alla tutela dei diritti umani, al superamento dei centri di detenzione e all’evacuazione delle persone vulnerabili», conclude Porta.