• 04/12/2018

"L'emendamento che assegna anche a Poste italiane il compito gestire le richieste e la verifica dei dati relativi alle carte di identità elettroniche, non rappresenta solo un danno morale ed economico a centinaia di comuni italiani ma anche un provvedimento che fa nascere dei sospetti: è una forma di 'gratitudine' legata alla vicenda delle tessere per il reddito di cittadinanza?". Lo dichiara Gianmario Fragomeli, deputato del Partito democratico, a proposito della legge di Bilancio.

"Sottrarre - continua - ai Comuni la funzione di gestione delle carte d’identità comporta varie complicazioni. Una gestione affidata anche a un privato interferisce con la percezione dei cittadini che debba essere solo lo Stato a occuparsi di un documento che riguarda il loro rapporto con lo Stato. Di conseguenza, il venire meno del monopolio statale toglie ai comuni una parte del loro prestigio istituzionale. Per di più, alcuni di essi, per organizzare il sistema esame e rilascio delle richieste, hanno dovuto sostenere delle spese che ora rischiano di non riuscire più ad ammortizzare senza pesare sui bilanci”.

“Infine, dirottare su Poste risorse che, dato il numero di cittadini coinvolti, saranno ingenti,  e considerata la tempistica, fa venire il dubbio che si tratti di un segnale di gratitudine da parte di Di Maio per aver offerto una via d’uscita al cul de sac in cui si era infialato da solo con l’incredibile panzana delle tessere per il reddito stampate da una tipografia fantasma”, conclude.