“E’ evidente il senso storico dell’impegno che siamo chiamati ad assumere a livello europeo nel prossimo Consiglio. Non si tratta di confermare soltanto la riforma migliorativa del Trattato sul Mes, che consentirà di dare tutela maggiore ai risparmiatori, ma si tratta di decidere se continuare a percorrere il cammino politico delle riforme a Bruxelles, per costruire l’Europa del futuro, che può rinascere dopo la pandemia più forte, giusta e solidale. In questo quadro, il nostro Paese non può porre nessun veto, come stanno facendo Ungheria e Polonia, che non intendono rispettare il principio sacrosanto di legare l’utilizzo delle risorse del Next Generation Eu al rispetto dello stato di diritto. L’Italia deve dare e darà un voto, un voto responsabile, convinto e costruttivo per riformare il Trattato Mes e rafforzare l’intera Unione, continuando il percorso di trasformazione intrapreso nei mesi scorsi. Siamo a un punto di non ritorno. La posta in gioco è il destino dell’Italia e dell’Europa”.
Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee, intervenendo in Aula alla Camera nel corso del dibattito sulle comunicazioni di Conte in vista del consiglio europeo.
“Dobbiamo stabilire - ha aggiunto - da quale parte della storia collocare il nostro Paese. Se dalla parte dei sovranisti che vogliono un ritorno al passato, alle divisioni, ai muri tra le piccole Patrie. Oppure dalla parte di chi vuole completare il percorso di pace, stabilità e crescita immaginato dai padri fondatori dell'Europa unita; dalla parte di chi non vuole isolare l’Italia, ma vuole difenderne il ruolo guida in Europa, e dalla parte di chi intende tutelare il patrimonio di diritti, valori, libertà e opportunità che l’Unione rappresenta. Noi abbiamo indicato con chiarezza la strada da percorrere al governo: mandato pieno a firmare la riforma del Trattato Mes e a continuare a disegnare l’Europa del futuro”.