"Relativamente ai fatti riportati dalla cronaca giudiziaria, secondo cui spesso i minori sono al centro di terribili conflitti fra famiglia biologica e affidataria, ci si chiede se viene rispettato realmente l'interesse del minore e della sua sfera più intima. In particolare, nel caso dell'affidamento preadottivo del piccolo D., come riportato dalla stampa siciliana e nazionale, a seguito dell'abbandono in un cassonetto da parte del padre biologico, che ha causato danni fisici al neonato mettendo a repentaglio la sua vita. Il bambino fu salvato per miracolo e affidato ad una coppia. Oggi a distanza di tre anni apprendiamo a mezzo stampa che la madre biologica lo rivuole e il giudice della Corte d’appello di Catania le dà ragione. Chiediamo quindi al ministro della Giustizia se nel caso del piccolo D. sussistano elementi che possano rilevare un eventuale mancato rispetto dell’interesse preminente del minore". Lo dichiarano i parlamentari del Pd, Rando, Malpezzi, Bazoli, Madia, Serracchiani, Gianassi e Di Biase, che hanno presentato rispettivamente al Senato e alla Camera, una interrogazione al ministro della Giustizia Nordio.
"Chiediamo anche al ministro - prosegue la nota - se non ritenga opportuna la costituzione di un osservatorio sullo stato di attuazione della disciplina dei procedimenti di collocamento extra-familiare del minore, e l'avvio di un costante confronto con il Parlamento in modo da porre in essere nuove iniziative legislative per una maggiore tutela dell'interesse superiore del minore. Riteniamo - spiegano i parlamentari - che nei casi molto conflittuali i provvedimenti giudiziari non dovrebbero essere caratterizzati da rigidità eccessive, bensì dovrebbero muovere dalla valutazione in concreto del superiore interesse del minore, oltre che da una valutazione che tenga conto dei diversi contesti familiari, ovvero un ambiente “disfunzionale” della famiglia di origine biologica in cui si può trovare a vivere il minore in caso di allontanamento dalla famiglia affidataria, capace, invece, di fornire le cure e l’assistenza necessarie per una crescita sana del bambino".
"Esistono dunque nel nostro ordinamento disposizioni legislative che prevedono l’affidamento del minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo di cui al Titolo I-bis della legge n. 184/1983 - dall’affidamento preadottivo conseguente alla definitiva dichiarazione dello stato di adottabilità del minore, all’affido a rischio giuridico a mente del quale il tribunale può disporre “ogni opportuno provvedimento provvisorio nell'interesse del minore”, ivi compreso “il collocamento temporaneo presso una famiglia” - nelle quali può configurarsi la concorrente presenza di una famiglia che concretamente si prenda cura del minore. In tali ipotesi, la tutela dell’interesse del minore richiede particolare cautela e accertamenti complessi che, inevitabilmente, coinvolgono in maniera significativa la famiglia affidataria", conclude la nota.