“Ringraziamo il ministro Patuanelli per essere venuto in quest’Aula a dettagliarci sui 150 tavoli di crisi; sulle 400 città inserite nelle aree di crisi non complesse; sulle 19 aree di crisi complesse; insomma la fotografia di un’Italia che da molti anni è in crisi. Dal 2014 non siamo stati fermi. Industria 4.0, i bonus per l’edilizia, la nuova Sabatini sono solo alcuni dei tanti interventi che abbiamo messo in campo per dare una risposta a queste crisi. La globalizzazione ha visto la crescita soprattutto dei Paesi asiatici, grazie anche all’apertura del Canale di Suez. E tutto questo è vero anche per Mittal che mentre sta per chiudere Taranto compra per 6 miliardi di dollari una delle più grandi aziende dell’India. Decide di investire li, con un risparmio al ribasso sul costo del lavoro, sul costo sociale dell’impresa, sui costi ambientali. E allora siccome questo è lo scenario nuovo dobbiamo decidere se competere al ribasso come Mittal e quindi abbassare i salari, abbassare i diritti, abbassare la qualità del lavoro e della nostra produzione oppure decidiamo di competere al rialzo stando sul tema della competitività, dell’innovazione, della cultura e della crescita delle imprese e cioè investiamo.
Abbiamo un grande progetto per il nostro Paese, si chiama green new deal e Taranto rappresenta oggi il nostro banco di prova: costruire e investire in nuove tecnologie; sburocratizzare; riqualificazione e rigenerazione delle nostre imprese, svoltandole e facendole guardare all’ambiente è per noi la soluzione. Le crisi sono un momento per mettersi in discussione e oggi noi dobbiamo farlo per provare con più forza e più capacità ad aggiustare il nostro Paese”. Lo ha detto in Aula intervenendo sull’informativa del ministro Patuanelli, Martina Nardi, deputata Pd, membro della commissione Attività produttive di Montecitorio.