"Il 7 ottobre è stato un trauma per il popolo israeliano. Anche la nostra organizzazione ha subito perdite e alcuni di noi hanno perso amici e parenti. Ma il governo ha manipolato questo trauma per perseguire la sua agenda ideologica". Con queste parole è cominciata l'audizione al Comitato diritti umani della Camera, da me presieduto, di Sarit Michaeli, rappresentante di B'Tselem la più grande ONG israeliana che si occupa delle violazioni dei diritti umani nei territori occupati.
La liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco sono, secondo Michaeli, urgenti e il presupposto di base per potere pensare ad un piano per il futuro.
La responsabile di B’Tselem ha raccontato di quanto terribile sia stato quest'anno, con la guerra che Netanyahu ha intrapreso contro tutto il popolo palestinese attuando una vera e propria vendetta con crimini di guerra, attacchi indiscriminati e blocco degli aiuti umanitari. La rappresentante della ONG israeliana ha spiegato come l'obiettivo del governo sia rendere inabitabile il nord di Gaza per permettere all'estrema destra di insediare nuove colonie dopo aver cacciato i palestinesi, il "piano generale" come viene chiamato. Al contempo - ha sottolineato - in Cisgiordania ogni giorno i coloni e l'esercito cacciano le persone dalle loro case e attaccano gli agricoltori che in questa stagione tentano di raccogliere le olive, unica fonte di reddito rimasta.
Un governo che non si farà fermare dalle esortazioni e dagli appelli, ha sottolineato, ed è per questo che la comunità internazionale, che finora ha avuto un atteggiamento attendista, deve fare pressioni e azioni concrete. Netanyahu non ascolta neanche la propria opinione pubblica che chiede un negoziato per liberare gli ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi. Un recente report, pubblicato proprio da B'Tselem, ricostruisce un quadro agghiacciante della condizione delle persone palestinesi detenute nelle carceri israeliane. "Il governo ha trasformato il sistema penitenziario in veri e propri campi di tortura" ha detto Michaeli.
Ma Netanuahy non vuole negoziati e non vuole il cessate il fuoco: vuole prolungare la guerra il più possibile e finché potrà lo farà. Questa per B'Tselem è una certezza. Per questo Michaeli ha rivolto un appello accorato: servono pressioni esterne sul governo e proprio gli stati amici come l'Italia hanno il dovere di fermare Netanyahu. E di farlo subito. L'inverno è alle porte e a Gaza le persone sono senza case, senza ripari, senza medicine: sarà un'ecatombe". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.